San Luigi Orione è annoverato tra i santi sociali del XX secolo, insieme a san Giuseppe Benedetto Cottolengo, che accoglie i disabili rifiutati dalla società; a san Giovanni Bosco, che dona la sua vita per la formazione dei giovani, come anche San Leonardo Murialdo; al Beato Francesco Faà di Bruno che si occupa della condizione delle domestiche anziane; a San Giuseppe Cafasso che si dedica ai carcerati; al Beato Giuseppe Allamano che fonda l’Istituto dei Missionari della Consolata.
Inizia la sua opera nella Diocesi di Tortona, Alessandria, per poi allargare il suo cuore senza confini al mondo intero: chiama la sua famiglia religiosa Piccola Opera della Divina Provvidenza. Oltre ai Figli della Divina Provvidenza comprende gli Eremiti, i Fratelli coadiutori, le Piccole Suore Missionarie della Carità, l’Istituto Secolare Orionino ed il Movimento Laicale Orionino.
Per approfondire leggi il racconto della vita di Don Orione
Sempre pronto alla chiamata del Signore, si lanciò con entusiasmo e coraggio ponendo ogni sua fiducia nella Divina Provvidenza, per portare a tutte le anime addolorate, afflitte e abbandonate il conforto della cura e del Vangelo: non si fermò, infatti, ad un solo bisogno umano, ma la sua carità arrivò a orfani, donne e uomini in difficoltà, persone anziane e disabili, giovani in cerca di un futuro migliore, popolazioni povere e sfruttate, ad ogni dolore dell’uomo.
“Tutto il Vangelo è qui: vedere e servire Cristo nell’uomo. Con le opere della carità, portare i piccoli, i poveri, il popolo alla Chiesa e al Papa, per Instaurare omnia in Christo”.
Molto si può dire di questo santo, che spese ogni istante della sua vita per i poveri, ma lasciamo che a parlare siano i Pontefici che lo hanno incontrato in vita o hanno conosciuto la sua opera.
Papa Pio XII (1876-1958) alla sua morte, avvenuta il 12 marzo 1940, lò definì “padre dei poveri e insigne benefattore dell’umanità dolorante e abbandonata”.
San Giovanni XXIII (1881-1963) di don Orione disse: “Don Orione era l’uomo più caritatevole che io abbia mai conosciuto. La sua carità superava quella di qualunque altra persona di cui avessi letto o sentito parlare: andava oltre i limiti normali. Era convinto che si potesse conquistare il mondo con l’amore”.
San Giovanni Paolo II lo ha beatificato il 26 ottobre 1980, con queste parole: “Don Luigi Orione ci appare come una meravigliosa e geniale espressione della carità cristiana. Possiamo dire che egli fu certamente una delle personalità più eminenti di questo secolo per la sua fede cristiana apertamente vissuta. Ebbe la tempra e il cuore dell’Apostolo Paolo, tenero e sensibile fino alle lacrime, infaticabile e coraggioso fino all’ardimento, tenace e dinamico fino all’eroismo, affrontando pericoli di ogni genere, avvicinando alte personalità della politica e della cultura, illuminando uomini senza fede, convertendo peccatori, sempre raccolto in continua e fiduciosa preghiera, talvolta accompagnata da terribili penitenze”. Nella canonizzazione, avvenuta a Roma il 16 maggio 2004, lo chiamò “stratega della carità. Quest’umile figlio di un selciatore proclama che «solo la carità salverà il mondo» e a tutti ripete che «la perfetta letizia non può essere che nella perfetta dedizione di sé a Dio e agli uomini, a tutti gli uomini».
Papa Francesco, in una udienza ai membri dell’unione italiana lotta alla distrofia muscolare (UILDM) del 2 giugno 2018, ha affermato: “tanti uomini e donne cristiani, nel corso dei secoli, hanno scritto pagine stupende di amore al prossimo. Penso, tra gli altri, ai santi sacerdoti Giuseppe Cottolengo, Luigi Guanella e Luigi Orione: la loro carità ha lasciato una forte impronta nella società italiana.”
Nel 2009, l’allora card. Jorge Mario Bergoglio era stato invitato al Capitolo provinciale degli Orionini in Argentina; non potendo partecipare, registrò un video messaggio sul tema “Solo la carità salverà il mondo”.