Pontecurone – Festeggiare per ripartire, nella carità di Don Orione
Domenica sera a Pontecurone è stato celebrato solennemente il 150° della nascita di San Luigi Orione. Dopo i numerosi eventi che lungo questo anno giubilare hanno coinvolto la Famiglia Carismatica Orionina, al suo paese natale sono convenuti in molti: il Direttore generale P. Tarcisio Vieira e molti confratelli, la Madre generale Mabel Spagnuolo con numerose consorelle, i sacerdoti della diocesi, i laici del Movimento laicale, le autorità civili e militari, le confraternite, l’OFTAL, le associazioni e numerosi fedeli del paese. Tutti insieme ad onorare il Santo della carità attorno al loro Pastore Mons. Guido Marini, che come vescovo di Tortona rappresenta il “vescovo di Don Orione”.
La celebrazione ha avuto inizio nella Collegiata di Santa Maria Assunta dove il parroco don Loris Giacomelli nel dare il benvenuto ha spiegato il motivo di ritrovarsi “in questo luogo nel quale fu battezzato Don Orione”. Si è snodato poi un lungo corteo animato dal suono della banda orionina di Borgonovo Val Tidone verso la piazza del monumento di Don Orione dove sulle note del canto introitale della corale del Santuario di Tortona insieme ai coristi provenienti dai paesi viciniori si è dato inizio alla celebrazione eucaristica.
Nell’omelia mons. Marini ha commentato le letture proclamate della XIII domenica del tempo ordinario collegandole alla vita ed al carisma di Don Orione. Sottolineando l’espressione paolina ‘Cristo ci ha liberati per la libertà’ ha posto l’attenzione su alcune “schiavitù” di cui Cristo ci ha liberati: la schiavitù di non poter entrare in una relazione con Dio, l’incapacità di amare il nostro prossimo, il dramma della morte e il significato della nostra esistenza. «Questa parola San Luigi Orione l’ha vissuta appieno, ha detto il vescovo, perché è stato toccato da Cristo e liberato da queste schiavitù donandogli in un modo straordinario e mirabile l’esperienza di quella libertà nella quale il cuore dell’uomo sa amare Dio alla follia, sa amare il prossimo perdendo la vita, sa ritrovare se stesso nella pace e nella gioia, sa vincere il dramma della morte perché spera contro ognuno speranza alla vita senza fine e sa godere del significato pieno dell’esistenza in Dio e nel suo amore. Don Orione ha vissuto Cristo e da uomo libero». Ha terminato la riflessione sottolineando un’altra parola: ‘camminare secondo lo Spirito’. «Noi guardando a Don Orione, prosegue mons. Marini, desideriamo che sia nostra la sua esperienza di vita e che ciò che lui a ha vissuto possa essere anche nostro in tutta la sua bellezza».
Prima della benedizione il Direttore provinciale Don Giovanni Carollo ha preso la parola per ringraziare i presenti e coloro che hanno preparato la celebrazione, in particolare il comitato organizzativo di questo 150° anniversario che, costituito un anno fa, ha organizzato molti eventi. «Questa celebrazione non è un punto di arrivo – ha detto Don Carollo – , ma una nuova ripartenza perché con la nostra vocazione cristiana sull’esempio di Don Orione possiamo continuare far vivere noi stessi e gli altri di Gesù, per Gesù e con Gesù».
I Superiori generali, P. Vieira e Madre Spagnuolo hanno poi reso pubblica e letto la benedizione apostolica che il Santo Padre ha firmato di suo pugno. Questa benedizione è stata consegnata al parroco Don Loris Giacomelli e affinché resti a Pontecurone come un segno della vicinanza del Santo Padre alla Famiglia Carismatica Orionina e a questo luogo.
Dopo la benedizione solenne è stato proiettato un significativo video “San Luigi Orione il mio paese natale” realizzato dall’Associazione “Il paese di Don Orione” grazie al contributo del gruppo Piber Group della famiglia Bergaglio e prima di tornare alle proprie abitazioni, con il suono della banda, si è gustato “il caffè di Don Orione”.
Da Pontecurone al mondo per seminare la carità: questo è quanto Don Orione ha compiuto. Oggi tocca a tutti noi continuare su questa scia e come lo stesso Don Orione ci invita: “Andate, seminate la carità di Gesù Cristo con le parole, con le vostre opere”.