Papa Francesco – Curare il virus dell’ingiustizia sociale, della disuguaglianza e dell’emarginazione
Nell’udienza del mercoledì, Papa Francesco ha continuato il suo percorso di riflessione sui tempi del Corona Virus alla luce del Vangelo.
Il Papa, nel terzo momento di catechesi intitolata “Guarire il mondo”, ha ricordato l’opzione preferenziale per i poveri del Vangelo e la virtù della carità: “La pandemia ha messo allo scoperto la difficile situazione dei poveri e la grande ineguaglianza che regna nel mondo. E il virus, mentre non fa eccezioni tra le persone, ha trovato, nel suo cammino devastante, grandi disuguaglianze e discriminazioni. E le ha aumentate!“.
Il Santo Padre nel descrivere la situazione che affligge i poveri del mondo afferma che la scelta dei poveri non riguarda una posizione politica o ideologica, ma è il cuore del Vangelo, perché Gesù per primo l’ha testimoniata con la sua intera vita.
I cristiani di oggi non possono essere indifferenti alla sofferenza dei poveri, perché “i seguaci di Gesù si riconoscono dalla loro vicinanza ai poveri, ai piccoli, ai malati e ai carcerati, agli esclusi, ai dimenticati, a chi è privo del cibo e dei vestiti“.
La voglia di ricominicare a vivere, di tornare alla normalità, sociale ed economica, è un desiderio legittimo e comprensibile, che però non può essere sordo alle sollecitazioni profonde che la crisi del Covid-19 ha portato con sè: “questa “normalità” non dovrebbe comprendere le ingiustizie sociali e il degrado dell’ambiente – dice ancora il Papa – La pandemia è una crisi e da una crisi non si esce uguali: o usciamo migliori o usciamo peggiori. Noi dovremmo uscire migliori, per migliorare le ingiustizie sociali e il degrado ambientale. Oggi abbiamo un’occasione per costruire qualcosa di diverso”.
Il tempo per agire è il presente. Francesco esorta ad “agire ora, per guarire le epidemie provocate da piccoli virus invisibili, e per guarire quelle provocate dalle grandi e visibili ingiustizie sociali. Propongo che ciò venga fatto a partire dall’amore di Dio, ponendo le periferie al centro e gli ultimi al primo posto“.
Ciascuno di noi, oggi, può compiere piccoli gesti di guarigione prendendosi cura degli ultimi che incontra nella sua vita.