Chirignago – Da protetti a protettori
In questi giorni ci sono molte notizie di aziende e gruppi di persone che si prodigano per confezionare o far arrivare mascherine alle persone con disabilità, seguendo lo schema per cui gli uomini cosiddetti normali sono chiamati a proteggere le persone con disabilità, che sono dunque oggetto della loro azione di cura.
Come per molte altre strutture, è risultato praticamente quasi impossibile acquistare mascherine a norma, tra scarsità effettiva e ordini non andati a buon fine. “Date queste difficoltà, il Centro ha deciso di trasformare i consueti laboratori artigianali in “imprese” di taglio e cucito – spiega Vincenzo Lazzaro, direttore della struttura. Seguendo i tutorial di alcune ditte fornitrici, disabili e operatori si sono messi di impegno e ogni giorno producono la quantità di mascherine bastante per l’uso interno. Attualmente non ci sono casi di positività e dunque per la protezione individuale non è necessario utilizzare dispositivi a norma, ma può essere funzionale anche una mascherina self-made.”
Questa circostanza ha trasformato una difficoltà in una possibilità concreta di vera inclusione sociale: i disabili del Centro sono passati dall’essere soggetti protetti all’essere persone che a loro volta si prendono cura degli altri, realizzando pienamente la loro dimensione di uomini e di cittadini. Stefano Grego, educatore del Centro, afferma che “la piena umanità si esprime nella reciprocità: a volte qualcuno si prende cura di noi, a volte noi ci prendiamo cura di qualcuno”.
Come diceva don Orione in modo profetico negli anni Trenta, “nelle mie case si vive allegramente, si prega e si lavora nella misura consentita dalle forze”.
Ancora oggi questa frase è viva ed attuale, particolarmente in questo momento di emergenza, durante il quale solo la creatività della carità e la tenacia del bene possono metterci in grado di proteggerci ora e di ripartire domani.