III Domenica di Avvento – Un Messia che semina e che ama
Dopo aver ascoltato il Vangelo di Luca, in occasione dell’Immacolata, riprendiamo il cammino con Matteo: siamo al capitolo 11 ed è di scena il Battista.
Nel suo vangelo, Matteo dedica i primi due capitoli al cosiddetto Vangelo dell’infanzia e all’inizio del terzo capitolo presenta la predicazione di Giovanni Battista: ed è questo capitolo che bisogna avere presente per comprendere il brano di quest’oggi.
La predicazione del Battista era minacciosa e veemente, gli provocherà molti nemici e sarà arrestato, per poi essere giustiziato da Erode. Il brano di oggi è ambientato durante la carcerazione di Giovanni, il quale, avendo sentito parlare di Gesù, manda i suoi discepoli a chiedergli se è davvero lui il Messia tanto atteso.
Come mai questi dubbi di Giovanni? I dubbi non riguardano la figura e la missione di Gesù, Giovanni è sorpreso nel vedere realizzarsi un Messia così diverso da quello che si aspettava, ovvero un Messia che brucia la pula con un fuoco inestinguibile, che interviene senza possibilità di appello. Giovanni, come molti ebre si suoi contemporanei, aspettava un mietitore, ma Gesù si presenta invece come seminatore.
Gesù è un Messia che è venuto per curare i peccatori, non per separarli dai giusti. Il suo è un messaggio di salvezza, non di condanna: solo chi non vuole guarire non si salva. La sua opera messianica è guarigione dei ciechi, degli zoppi e dei lebbrosi, salute per i malati, annuncio ai poveri.
Il Battista ci accompagna verso la grotta di Betlemme con le sue parole graffianti, il Natale è un’opportunità che ci viene donata per rivedere il nostro stile di vita, sul modello dell’austerità di Giovanni, e per chiederci se siamo davverso seguagi di Gesù Messia o di altri falsi profeti, lupi travestiti da agnelli.