Genova – Formazione carismatica
Questa mattina al Piccolo Cottolengo Don Orione di Genova, Don Aurelio Fusi, direttore provinciale, ha tenuto l’incontro di inizio anno per la formazione carismatica del personale. È il quarto anno che si tiene questo incontro di formazione al PCDO di Genova.
Don Aurelio ha presentato Don Dorino Zordan neodirettore, nuovo pater familias del PCDO di Genova ed ex direttore del PCDO di Milano dove è rimasto per 9 anni dal 2005 al 2014. Don Aurelio ha spiegato che il direttore di un Cottolengo è segno vivo della presenza del Signore.
Don Dorino si è presentato ai dipendenti del PCDO, salutando calorosamente i presenti e ringraziando dell’accoglienza ricevuta.
Il provinciale ha iniziato a parlare della realtà di Genova, presentata come una costellazione di Case, il cui responsabile è il Signore. Nei tre anni di formazione precedenti si è parlato del passato del presente e del futuro, basandosi sul tempo quindi, conoscendo dapprima il passato e l’operato di ciò che Don Orione ci ha lasciato, poi il presente per capire come al giorno d’oggi vivere Don Orione, e l’ultimo dei tre anni il tema trattato è stato il futuro, per esser alla testa dei tempi.
La formazione da quest’anno si focalizza sulla realtà dello SPAZIO.
I prossimi tre anni saranno dedicati allo spazio vicino e i successivi tre saranno per uno spazio più lontano, casa, lavoro, relazioni interpersonali saranno precisamente i temi dei prossimi trentasei mesi.
Si parte da Gesù che in tante parabole nella sua storia ha parlato della Casa, forse perché lui per primo ne ha avuto la mancanza nei primi anni di vita, ed è dalla Casa che possono partire tante altre cose, ma tutto deriva dal fatto che ci sia una Casa e una famiglia e delle persone che entrano in contatto tra di loro.
Don Aurelio introduce così il tema della Casa facendo riferimento a 3 avvenimenti della vita di Gesù.
Nel vangelo di Marco viene detto che Gesù prima ha predicato nella sinagoga ed ha guarito uno dei presenti, dopo questo gesto va nella casa di Pietro e Andrea (in quel momento Gesù aveva solo quattro discepoli), perché sente il desiderio di tranquillità, di realtà di famiglia. La suocera di Pietro è malata, Gesù la prende per mano e la guarisce. Marco inizia così a raccontarci Gesù, non solo un Gesù pubblico, ma un Gesù familiare. Dietro questo episodio Marco vuol presentare che non soltanto nella sinagoga, ma che in ogni piccola realtà, in ogni famiglia, in ogni Casa è arrivato Gesù per guarire, prendendo per mano.
Un altro episodio è quando Gesù viene invitato nella casa di Simone che è benestante, non si capisce se lo invita per far vedere le sue capacità economiche e per far vedere la propria Casa o se per Gesù stesso. Nel vangelo viene scritto che in questa Casa durante la visita di Gesù entra una peccatrice con un vasetto di profumo e va’ diretta da Lui per lavargli i piedi e profumarli con l’unguento. Il commento di Simone e i suoi sono diretti a questa donna che è una prostituta, ma Gesù prima risponde a Simone e poi dice alla donna che la sua fede l’ha salvata. Questa è misericordia, la Casa diventa un luogo d’incontro ma soprattutto un luogo di perdono.
Un altro episodio che Don Aurelio racconta è quello di Zaccheo, piccolo di statura, esattore delle tasse e ricco. Gesù cammina lungo la strada e alzando lo sguardo vede Zaccheo arrampicatosi su un albero e gli dice “Scendi perché oggi debbo fermarmi a casa tua”. Gesù si fa piccolo con Zaccheo piccolo, Gesù si fa bisognoso con Zaccheo bisognoso. Gesù lascia Zaccheo nella sua Casa, ed è così che accade: perché Gesù arriva nella nostra vita quotidiana, ci incontra e ci salva.
Conclude la mattinata Davide Gandini che interviene dopo Don Aurelio e spiega la ragione delle schede di formazione, ne esplica il titolo “l’abitare: i 5 sensi” perché è proprio attraverso i sensi che noi siamo in relazione con ciò che ci è intorno, tramite i sensi interagiamo, vediamo e sentiamo.
Clicca QUI per leggere e scaricare le schede di formazione.