Rapporto Istat 2017
Ogni anno, con il suo Rapporto, l’Istat propone al Parlamento e ai cittadini una riflessione sulla situazione economica e sociale del Paese, descrivendone le differenze, le particolarità e indicandone le opportunità e i rischi.
Il Rapporto annuale del 2017 affronta questo compito guardando alla struttura sociale, letta attraverso le caratteristiche dei gruppi che formano la nostra società.
Ciascun gruppo sociale racchiude una pluralità di dimensioni e viene descritto e analizzato da più punti di vista. La scarsa mobilità sociale è stata spesso proposta come uno degli elementi alla base delle difficoltà di crescita del Paese (non soltanto in termini economici, ma anche di avanzamento della democrazia), ma le differenze sociali e l’eterogeneità dei comportamenti rappresentano altrettante potenzialità di ricchezza e di sviluppo.
I gruppi sociali individuati dalle nostre analisi hanno carattere strutturale, e tendono a perpetuarsi nel tempo. Non restituiscono l’immagine di una società liquida, molecolare, circolare, come è stata variamente definita. Contraddicono la diffusa sensazione soggettiva del venire meno dell’identità sociale.
Non rappresentano l’aggregazione temporanea di interessi convergenti, ma hanno contorni definiti a tutto tondo da una molteplicità di dimensioni: relative al reddito e alla ricchezza, ai comportamenti di consumo e di spesa, all’uso del tempo libero, alla partecipazione politica e sociale, alla pratica e ai consumi culturali, all’istruzione, all’asimmetria dei ruoli e alla parità di genere, ai luoghi di residenza e di vita a scala regionale e all’interno dei quartieri delle città. Elementi profondi, radicati, tra loro coerenti, in maggioranza culturali, che danno identità e stabilità ai gruppi sociali individuati.
Solamente una elevata e diffusa mobilità sociale nell’accesso e all’interno del sistema educativo e lavorativo potrebbero cambiarne davvero i connotati.
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