L’viv – Il terzo Natale di pace, in faccia alla guerra
Don Egidio Montanari, parroco della Parrocchia della Divina Provvidenza, ha inviato il racconto del Natale vissuto dalla comunità di L’viv.
Quest’anno in Ucraina è stato il terzo Natale di guerra, perché, dopo il cambio di calendario deciso dalle Chiese ucraine, cattoliche e ortodosse, nel 2003 abbiamo fatto due Natali: uno il 7 dicembre, secondo il calendario giuliano, l’altro il 25 dicembre, secondo il gregoriano, e poi quello appena passato del 2024.
Celebrare le feste è il nostro atto di “resistenza” di fronte alla pazzia di questa guerra, iniqua da tutti i punti di vista e su tutti i fronti.
La nostra parrocchia, in cammino sinodale, quest’anno è impegnata a sensibilizzarsi intorno al tema della “casa”, come luogo normale e comune di vita cristiana, uscendo dal “tempio”. Il Natale è stato accompagnato da una frase della lettera agli Ebrei (13, 1-2): “L’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità: alcuni, praticandola, senza saperlo hanno ospitato angeli”.
Qui il Natale inizia in casa, la sera della vigilia, con la Santa Cena, tutta la famiglia si riunisce intorno alla tavola, illuminata da una candela, la luce “di Betlemme”, che si accende in chiesa e poi si porta a casa; si mangiano alcune pietanze tradizionali e si cantano le dolci nenie natalizie. Quest’anno i parrocchiani sono stati invitati ad accogliere un povero per la Santa Cena. Anche la nostra comunità religiosa ha accolto venti poveri alla sua tavola.
Gli animatori, guidati dal nostro chierico Orest Zadorozhnyj, hanno preparato con impegno e entusiasmo il tradizionale “Vertep”, una rappresentazione natalizia che mostra la vittoria del bene, rappresentato da Gesù, dalla Madonna e dai Magi, contro il male, personificato soprattutto dal re Erode. I giovani hanno portato il “Vertep” in tantissime case del nostro quartiere, attraversandolo per parecchi giorni dal 25 dicembre fino alla fine dell’anno. Come conclusione della loro attività gli animatori hanno convocato all’oratorio le loro famiglie e gli operatori pastorali e hanno dato vita al “Koljadvechir”: una nuova interpretazione del mistero del Natale, accompagnata dalle immancabili e interminabili cantilene natalizie che tanto amiamo cantare a lungo.
Il 6 gennaio qui si festeggia il Battesimo del Signore e l’acqua benedetta è la grande protagonista. La vigilia e il giorno della festa una processione incessante di persone hanno affollato la chiesa, per attingere acqua da un grande serbatoio, continuamente riempito. L’acqua viene portata a casa per essere bevuta durante i pasti e per benedire la famiglia.
In tutto il periodo natalizio è stata promossa una raccolta di prodotti per l’igiene, di piccoli indumenti e dolci, da portare ai soldati feriti e mutilati ricoverati nel grande ospedale vicino a noi. La gente ha risposto con grande generosità e il 7 gennaio, come conclusione del Natale, gli orionini religiosi, laici e animatori, un gruppo rappresentativo, sono andati all’ospedale e hanno portato ai soldati quanto era stato donato.
Un gesto di amicizia e di vicinanza, ma anche un momento per toccare con mano, ancora più da vicino, quanta sofferenza stia producendo questa guerra.
don Egidio Montanari