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Villalvernia – Dalle macerie germogli di umanità

Villalvernia – Dalle macerie germogli di umanità

Il 1° dicembre 1944 un pesante bombardamento colpì il paese di Villalvernia, a pochi chilometri da Tortona, per distruggere il nodo ferroviario.

Nell’80° anniversario di questa strage, don Flavio Peloso ha celebrato la messa, a sigillare un legame profondo tra gli abitanti e la famiglia orionina.

Furono 109 i morti, tra i quali Don Pierino Bonaventura, vice-parroco di 23 anni, molti bambini, 31 ferrovieri; 253 i feriti; molte le case rase al suolo. Da Tortona sacerdoti e chierici orionini partirono  per dare assistenza ai feriti, aiutare a ricercare i sopravvissuti e a seppellire i morti.  “Con un loro sgangherato camioncino, che solo la provvidenza poteva tenere in sesto – racconta un testimone – compirono innumerevoli viaggi tra il paese e l’ospedale di Tortona; altri scavarono tra le macerie, disseppellendo feriti e ricomponendo i cadaveri, come già aveva fatto in altre circostanze Don Orione”.

Particolarmente encomiabile è stata l’opera compiuta da sacerdoti, chierici e suore della Congregazione Divina Provvidenza di Don Orione di Tortona, guidati da Don Nicola”, scrisse “Il Lavoro” del 9.12.1944.

A capo della squadra di chierici soccorritori c’era Don Lorenzo Nicola che nel suo “Memoriale” ricorda come “Entrando in Villalvernia regnava il silenzio, la gente dopo questo evento di terrore e di morte restò come inebetita, incapace di pensare e di agire”.
“Durante gli anni 1943-45, periodo di grande confusione sociale e bellica, furono molte le azioni di solidarietà che partirono dall’Istituto Teologico dei chierici di Don Orione in Tortona”. Dopo averne fatto un lungo elenco, Don Nicola concluse: “Io mi domandavo: che avrebbe fatto Don Orione al mio posto? Brigate nere o partigiani, fascisti o tedeschi, condannati a morte o vincitori, per me erano uguali: Don Orione li avrebbe abbracciati tutti ugualmente”.

Alla celebrazione erano presenti molte autorità civili e militari e una folla commossa. Prima la Messa in Chiesa e poi, in corteo, fino al Cimitero con lo scoprimento della Lapide con i nomi delle vittime e il discorso del sindaco Giampaolo Pepe.
All’omelia don Flavio ha riportato una osservazione di Don Orione scritta durante la prima guerra mondiale, in circostanze simili: “Al fronte si pensa, sia pure davanti alla morte, e forse più per questo, al rinnovamento morale e cristiano della patria”. Il terribile bombardamento ha aperto una ferita profonda nelle famiglie e nella memoria di Villalvernia ma “pure davanti alla morte, e forse più per questo” la ferita si è trasformata in un solco fecondo di bene, di solidarietà, di fraternità e di rinnovamento sociale e cristiano.

Sulla strada del ritorno il Sindaco ha sussurrato a don Flavio: “Tra Villalvernia e Don Orione c’è un patto di amicizia profondo“.

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