
Copparo – Il dovere della memoria
La sirena antiaerea ha risuonato più volte quel 30 gennaio a Copparo, che in questa giornata ricorda le 93 vittime civili innocenti del bombardamento del campanile. Il suono cupo, che precedeva il rombo terrificante degli aerei, strillò tutto quel freddo giorno del 1945.
La commemorazione di questa data tanto significativa per la comunità copparese è iniziata proprio dai giovani: i ragazzi della 3ªA della scuola secondaria di primo grado sono stati accolti al sacrario del campanile da don Daniele Panzeri.
“È un dovere di tutti noi ricordare la storia del nostro territorio, insieme alla “Storia”, e tramandarla, perché ci faccia da monito rispetto a ciò che dobbiamo scongiurare».
Il vicepresidente degli Archeologi dell’Aria, Giovanni Carlini, affiancato da Andrea Baroni, ha fornito agli studenti un inquadramento storico, che ha messo in luce come Copparo sia diventato un obiettivo militare della Royal Air Force per la presenza della fabbrica Berco, che produceva cingoli per i carri armati, e della ferrovia che collegava lo stabilimento con il fronte bellico. Furono dodici bombardieri Baltimore a partire da Cesana alle 9, poi altri dodici a mezzogiorno: ciascuno trasportava due bombe da 250 kg e tre da 125 kg. Nell’incursione delle 9.30 e in quella delle 12.30 vennero sganciate sul paese 48 bombe. Un potenziale esplosivo enorme. Quindi, il suono della sirena della Seconda Guerra Mondiale, arrivata al museo La Tratta dalla fabbrica Fiat di Riva del Garda, ha preceduto il silenzio che ha avvolto la visita al santuario della memoria ai piedi del campanile, impreziosito dalla Madonna della Pace di Arrigo Minerbi.
Grande la commozione, come anche durante la cerimonia religiosa officiata nel tardo pomeriggio da don Daniele. Alla messa hanno partecipato gli ultimi testimoni diretti, i familiari delle vittime del bombardamento, le autorità civili e militari cittadine e le associazioni d’arma e combattentistiche. «Questo è il nostro Giorno della Memoria – li ha accolti don Panzeri – la memoria di ciò che accadde proprio in questo luogo e dei tanti che ne furono vittima”.
«La nostra città è stata duramente colpita e molte vite spezzate in un attimo: questo ha segnato la nostra storia e la nostra memoria, accendendo una profonda riflessione sui valori di pace e giustizia – ha rimarcato il religioso – Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo imparare per costruire un futuro in cui riconciliazione, solidarietà e pace siano valori fondamentali. Non dobbiamo perdere la memoria, se non vogliamo che queste persone non siano morte invano. Non dobbiamo essere indifferenti».
«Il ricordo è un nostro dovere – ha poi aggiunto il primo cittadino – Dopo 80 anni, è sotto i nostri occhi come la pace resti un valore fragile: dobbiamo averlo presente, soprattutto i giovani devono maturare la consapevolezza».