XXXIII Domenica del Tempo Ordinario – La vittoria dell’amore sarà l’ultima parola della storia del mondo
Con il brano di oggi diamo l’arrivederci al Vangelo di Marco che ci ha accompagnato per quasi tutto l’anno liturgico, che si chiuderà domenica prossima, solennità di Cristo Re, con un brano di Giovanni.
Il brano che la liturgia ci offre oggi è parte del cosiddetto discorso escatologico del Vangelo di Marco. Nella prima parte del testo odierno Marco ci mostra la manifestazione gloriosa del Figlio dell’uomo, nella seconda la parabola del fico.
Marco segue lo schema dei testi apocalittici e descrive i prodigi del cielo, l’apparizione del Figlio dell’Uomo e la riunificazione degli eletti. I prodigi e sconvolgimenti cosmici servono al linguaggio dei profeti a descrivere i potenti interventi di Dio nella Storia e il suo giudizio sul male del mondo.
Nonostante le persecuzioni, le guerre e le ingiustizie l’ultima parola non spetta al male. Il futuro appartiene a Gesù, il Signore, il Crocifisso, la sua gloria è il futuro del mondo: questa è la verità fondamentale del cristianesimo.
La creazione nuova cominciata sulla croce di Cristo non è ancora compiuta e nell’attesa della sua venuta la breve parabola del fico ci invita a cogliere i segni dell’arrivo della primavera, a porre la nostra sicurezza solo nelle parole del Maestro, che ci sarà sempre vicino. E nell’attesa il disceopolo deve adoperarsi per un mondo migliore e più giusto.
Scriveva Papa Benedetto XVI: “La fede nel ritorno di Cristo è il secondo pilastro della fede cristiana. La vittoria dell’amore sarà l’ultima parola della storia del mondo”.
Che anche noi possiamo testimoniare, come Marco, che Gesù di Nazareth, il Crocifisso, è risorto, è il figlio di Dio, è il Signore: è Lui la lieta notizia!