XXXI Domenica del Tempo Ordinario – La fede e il servizio ai fratelli
Subito dopo la guarigione del cieco di Gerico, Gesù fa il suo ingresso messianico a Gerusalemme. Egli viene avvicinato dai sommi sacerdoti, scribi e anziani, farisei, erodiani e sadducei: tanti cercano di coglierlo in fallo ponendogli domande capziose.
Nel brano di oggi, uno degli scribi gli domanda qual è il primo di tutti i comandamenti. Per gli ebrei di quel tempo c’erano ben 613 precetti con cui i commentatori della Torah spiegavano la legge di Mosè. La domanda non è banale, come ci si può districare in questo ginepraio?
Gesù riprende il testo del Deuteronomio al capitolo 6, testo che ogni buon ebreo conosceva bene: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.
Poi cita come secondo comandamento un passo del Levitico: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.
Dio sta al primomposto, ci dice Marco, ma la fede in lui è credibile se diventa servizio ai fratelli. Amare solo Dio è falsa religione, amare solo il prossimo è idolatria. La novità cristiana introdotta da Gesù: amare Dio per se stesso e il prossimo per amore di Dio.
Solo Marco riporta la parola dello scriba: