Tortona – Contemplare con meraviglia il tempio di Dio
“Una grande gioia pervade il nostro animo”.
Queste parole d’introito sono il sentimento e la miglior sintesi della dedicazione e consacrazione dell’altare della Cripta del Santuario orionino in Tortona celebrata mercoledì 20 novembre 2024, giorno in cui la Congregazione ricorda la Patrona principale: Maria, Madre della Divina Provvidenza.
Un grande festa resa ancora più solenne dalla presenza di numerosi sacerdoti orionini e diocesani, del questore, del prefetto, di autorità civili e militari della Provincia e della Città, di tanti fedeli, amici, benefattori e parrocchiani e un bel numero di bambini e ragazzi.
Il vescovo monsignor Guido Marini ha presieduto questo solenne rito che, come sottolineato dall’animatore liturgico Angelo D’Acunto, è “rito unico nella storia, in un luogo santo voluto e costruito dallo stesso Fondatore Luigi Orione”.
Il rettore e parroco don Renzo Vanoi, rivestito dei paramenti rossi ha avanzato solennemente, in una Cripta in penombra come vuole la liturgia, con in mano le reliquie dei santi Marziano, Bernardino ed Orione collocati insieme al verbale ed al rogito all’interno dell’altare.
E’ iniziata così la solenne liturgia ricca di segni che hanno rimarcato l’importanza e il significato di dedicazione e consacrare un Tempio al Signore. Il vescovo nell’omelia ha spiegato tutti i segni della funzione, “presenza in ognuno di Dio stesso” e ha ricordato che il Tempio di Dio deve “suscitare in noi un orecchio proteso all’ascolto e uno sguardo che si orienta con meraviglia a contemplare”.
Il primo segno compiuto è stato la consegna della chiave, a simboleggiare “Gesù chiave della vita che ci introduce nella volontà del Signore”, successivamente il segno della Porta che “ci consente di accedere nella sua Casa”, l’acqua con la quale i presenti sono stati aspersi richiamando lo stesso Cristo “vita nuova e di misericordia che feconda la nostra esistenza di bontà e di bellezza nell’amore”, il Libro della Parola “segno del Signore che orienta il cammino della nostra esistenza”, l’altare nel quale “Egli stesso è stato immolato e si fa per noi nutrimento”, l’Olio del Sacro Crisma “segno di Colui che è Messia e Salvatore che vuole intrecciare con tutti noi un amore intimo” e l’incenso a ricordare che “il Signore intercede attraverso la preghiera al Padre in ogni giorno della storia”. Il simbolo della luce è stato il culmine ed il compimento di tutti i riti perché ha illuminato questo tempio che come ha richiamato mons. Marini “noi veniamo conquistati dal fatto che è lo stesso Gesù Cristo e tutti noi perché la bellezza della nostra vita è l’essere suo tempio in questo mondo”.
Prima della Benedizione finale sono stati rivolti due saluti, il primo da parte del superiore generale padre Tarcisio Vieira che ha sottolineato come questa celebrazione sia stata “solenne e nello stesso tempo elevazione grande a Dio” e da parte del rettore e parroco don Renzo Vanoi che ha ringraziato di cuore i presenti evidenziando come questo Tempio, sede della Parrocchia di San Bernardino, nella sua ristrutturazione abbia acquisito una sua vera e propria identità nello stile artistico e nel suo contenuto ricordando a tutti che “le pietre vive siamo tutti noi che vi abitiamo e che lo frequenteremo come Comunità viva e unità”.
Il vescovo ha poi scoperto e benedetto la lapide commemorativa su cui è inciso in “perpetua memoria” questo grande ed unico, solenne momento che ricorda il senso di questo tempio: Gesù presente e vivo: bellezza autentica della nostra vita.