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Tortona – Il Paterno, cuore della famiglia orionina

Tortona – Il Paterno, cuore della famiglia orionina

Era atteso questo giorno, 6 ottobre 2024, per la ripartenza ufficiale della Casa Madre di Via Emilia 63.

Ha presieduto la celebrazione eucaristica il superiore generale, don Tarcisio Vieira, affiancato da don Walter Groppello, economo generale, e da Don Renzo Vanoi, Rettore del Santuario della Madonna della Guardia. Nel presbiterio della chiesa di San Michele una ventina di sacerdoti e lo sguardo andava ai tre confratelli che formano la nuova comunità che qui abiterà, don Flavio, don Davide e don Paul.

La famiglia Orionina era presente con i suoi principali rappresentanti: Suor Maria Alicja per le PSMC, Rosita Dore per l’ISO, Dina Guardini per MdN, Armanda Sano per MLO.

La corale del Santuario ha abbellito e sostenuto il grazie e la gioia dei numerosi presenti che hanno riempito la chiesa di San Michele. Sono stati discretamente presenti e partecipi il sindaco di Tortona, Federico Chiodi, gli onorevoli Pianetta, Roldi, Berutti e altri personaggi benemeriti della vita civile Tortonese.

Graditissima la breve visita del vescovo diocesano mons. Guido Marini che ha voluto unirsi nella visita della Casa e ha dato il suo saluto e augurio all’inizio della Messa.

All’omelia, don Tarcisio Vieira, ha espresso la gioia per questa ripartenza, da lui fortemente voluta con il suo Consiglio. “Il Paterno rappresenta molto più di un semplice luogo fisico; è il cuore pulsante dove sono state vissute le esperienze fondative del nostro carisma e del nostro futuro. È un luogo paradigmatico, un modello di riferimento che non solo informa, ma che ci forma e ci ispira. Qui, tanti verranno per essere inseriti in un ambiente dove possono immergersi completamente nella spiritualità di Don Orione, ma anche far esperienza dei valori della vita fraterna in comunità. La formazione ricevuta in questo luogo diventi un modello da adattare in nuovi contesti, garantendo la coerenza e la fedeltà al carisma orionino”.

Il Superiore generale ha poi letto una lettera di Don Orione, scritta il 6 ottobre di cento anni fa, a Don Giorgis e al chierico Sparpaglione nella quale traspare la paternità di San Luigi Orione e la sua formazione che enfatizza la vicinanza, la compassione e la tenerezza.

All’offertorio, i rappresentanti della Famiglia Orionina hanno presentato doni significativi uniti al pane e il vino. Una “chiave” ricordando quella che Don Orione mise nelle mani della Madonna e che sarà consegnata a chi custodisce oggi la Casa della Divina Provvidenza. Una “pagnotta” in onore di San Giuseppe che provvide il pane a Don Orione, agli inizi e oggi, mediante i Benefattori. Il “quadro della madonna del manto azzurro”: la pittrice Ida Marcora fissò il sogno di Don Orione dipingendolo nella tela mentre nel mondo è continuamente ridipinto dai religiosi, suore e laici che vivono il carisma di Don Orione.

Alla Messa è seguito l’atto di inaugurazione della rinnovata “Casa Madre” e della sua nuova attività di Casa internazionale di formazione orionina.

Il Superiore generale ha detto che si è curata la ripartenza di questa Casa perché qui il sogno di Don Orione si è fatto storia, perché la Famiglia Orionina l’ha voluta curata e viva, perché i tanti che verranno qui possano fare esperienza spiritualità e dei valori vissuti qui da Don Orione e dalle generazioni che si sono susseguite.

Don Flavio Peloso ha espresso  l’impegno della comunità che vi abita di rendere il Paterno sempre più “casa” oltre che “museo” carico di ricordi. Accogliere chi ci viene per turismo, chi ci viene per devozione e chi ci viene da discepolo che vuole seguire Don Orione più da vicino.

L’ingegnere Mauro Sala, che ha diretto i lavori unendo competenza professionale e passione di ex Allievo tortonese, ha illustrato “cosa” si è fatto con l’opera di manutenzione straordinaria e anche di riparazione di alcuni elementi del vetusto edificio.

A conclusione, Don Tarcisio ha consegnato simbolicamente la “chiave” della Casa a Don Flavio Peloso, direttore, il “pane” all’economo, don Davide Penzotti, e il “quadro del sogno” passato e del futuro a don Paul Kaboré, il più giovane.

Il brindisi finale è stato lanciato da Don Walter Groppello, economo generale e “maestro” dei lavori, nella conversazione della sosta prolungata nella mite serata di ottobre.

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