XXII Domenica del Tempo Ordinario – Cosa ci rende puri?
Nel brano che la liturgia ci propone oggi, gli esperti, farisei e scribi, venuti da Gerusalemme rimproverano a Gesù di non rispettare le tradizioni.
Gesù raccoglie la sfida, ma li porta al cuore del problema: cosa mettere al primo posto, l’ascolto della Parola di Dio o le pratiche religiose?
Per Gesù non ci sono dubbi: il primato assoluto è di Dio, poi vengono le persone e solo dopo il resto.
La prima preoccupazione, perciò, non è quella delle mani pure, ma quella del cuore puro! Semplice e stringente il suo ragionamento: «Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro»!
Il primato è tutto e solo di Dio che parla nella creazione e crea; parla negli eventi della storia e libera; parla nell’annunciazione e si fa carne; parla nella morte-risurrezione di Gesù e libera dal peccato che conduce alla morte. Una tale abbondanza di Parola può lasciare indifferenti? Di qui l’accorato appello di san Giacomo: «Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi».
Nella storia della Chiesa l’ascolto della Parola è stata la via privilegiata per il risanamento dei cuori. Oggi ascoltiamo di tutto e spesso diamo acriticamente retta persino a chi diffonde menzogne. Possiamo continuare a sottovalutare il Dio che ci parla?
Senza ascolto, ci areniamo sul “si è sempre fatto così” e rimaniamo muti in una società che ha bisogno di parole di vita, ha bisogno di Parola di Dio.