XIV Domenica del Tempo Ordinario – Crediamo in un Dio che si mostra nell’ordinario
Dopo la guarigione della figlia di Giairo, Gesù si reca a Nazareth.
La visita di Gesù nel luogo in cui è nato è un completo fallimento. Non basta lo stupore che i suoi compaesani provano inizialmente, che poi si trasforma addirittura in scandalo.
Alla radice dell’incredulità c’è un certo modo di comprendere come Dio si manifesta: Dio non può manifestarsi nel quotidiano, nelle cose comuni, in ciò che Gesù rappresenta, figlio di Maria e di Giuseppe, un carpentiere!
L’ipocrità difesa di difendere il prestigio di Dio porterà il gruppo dirigente giudaico alla condanna di Gesù, questo è solo un anticipo del rifiuto finale.
Dio si rivela nell’ordinario, non nello straordinario, nella debolezza e non nella potenza, Gesù cresce in un villaggio neanche segnato sulla cartina geografica. La nostra fede è disposta ad accettare oltre alla cose grande, le cose piccole di Dio? Accettiamo le meraviglie del creato, ma sappiamo accettare l’umilizione della croce?
Anche noi, come i nazaretani, vorremmo un Dio con la bacchetta magica, che con un tocco risolvesse tutti i mali del mondo. Anche noi rientriamo a volte in compagnia di coloro che si scandalizzano per un Dio che si è fatto carne, che si è identificato con i poveri e con gli ultimi, fino a lavarci i piedi, privilegio riservato agli schiavi.
Dio si è fatto fragilità per toccare le nostre fragilità.