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Genova – Un canarino per amico

Genova – Un canarino per amico

Un’iniziativa di didattica pet promossa dalla Società Ornitologica Genovese ha donato il sorriso e
un’occasione di socializzazione agli ospiti del Piccolo Cottolengo Genovese di Don Orione. Questa estate le signore e i signori che vivono al Piccolo Cottolengo Genovese di Don Orione hanno ricevuto una visita davvero speciale.

Gli amici della Società Ornitologica Genovese, infatti, hanno regalato agli ospiti della Casa del Paverano la possibilità di trascorrere un po’ di tempo in compagnia di alcuni esemplari di canarino abituati al contatto con l’uomo e addestrati all’interazione.

L’iniziativa, che per la prima volta arriva in Liguria dopo aver fatto tappa in altre regioni italiane, è stata
promossa con il patrocinio della Federazione Ornicoltori Italiani e realizzata in collaborazione con il
Raggruppamento Ornitologico Ligure e l’Associazione Piccoli Appassionati di Canarini.

I canarini – spiega Domenico Del Favero, presidente della Società Ornitologica Genovese dal 2021 – sono animali socievoli, abituati all’uomo e capaci di interagire. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di condividere con le persone anziane e con disabilità che vivono all’interno di un contesto assistenziale
un’esperienza didattica e di socializzazione volta a stimolare una risposta emotiva positiva”.

Sono moltissime le testimonianze storiche che documentano l’interazione tra l’uomo e l’animale a scopo
terapeutico, a partire dal culto animista dell’era preclassica fino alla civiltà egizia, dall’antica Grecia
passando poi al Cristianesimo, dove gli animali vengono spesso affiancati anche alla raffigurazione dei Santi.

È solo negli anni ’70 però che viene definita per prima volta la pet-therapy come la intendiamo oggi. È lo
psicoterapeuta americano Boris Levinson, a cavallo tra il 1953 e il 1961, a notare in maniera casuale gli
effetti positivi – sia psicologici che comportamentali – della presenza del suo cane nelle sedute con i
pazienti, quindi a documentarli e a studiarli. Sulla scia del lavoro e delle osservazioni di Levinson, la pet-
therapy viene progressivamente codificata e trova altri campi applicativi tra cui il trattamento dei disturbi mentali e del neurosviluppo e, in ambito geriatrico, la stimolazione cognitivo-relazionale.

In questo caso – continua Del Favero – non si tratta di una forma vera e propria di terapia, che
richiederebbe il rispetto di protocolli specifici, ma di un’esperienza emotivamente interessante e
cognitivamente coinvolgente. L’interazione con questi piccoli volatili è di per sé stimolante e capace di
lasciare nelle persone un ricordo positivo, e di migliorarne la qualità di vita”.

La divulgazione e la sensibilizzazione, insieme all’allevamento e alla protezione, sono tra gli obiettivi della Società Ornitologica Genovese: “Riproduciamo specie che rischierebbero l’estinzione – aggiunge il
Presidente De Favero – e organizziamo eventi per creare occasioni di vicinanza tra le persone e gli animali, promuovendo la conservazione del patrimonio ornitologico e la diffusione della cultura del rispetto degli animali e del loro habitat. Auspichiamo che il progetto possa ampliarsi ed entrare non solo in un numero maggiore di residenze socioassistenziali, ma anche nelle scuole”.

L’attività si è svolta in due sessioni, una mattutina e una pomeridiana, che hanno visto la partecipazione in un ambiente protetto e circoscritto di due gruppi di ospiti, e hanno coinvolto indistintamente famigliari, volontari, la comunità religiosa del Piccolo Cottolengo Genovese, e il personale socio sanitario. Presenti anche le istituzioni con il Presidente del Municipio III Bassa Val Bisagno del Comune di Genova, Angelo Guidi, e l’Assessore Barbara Lagomarsino.

Don Orione ci invita ad essere innovativi e a restare sempre alla testa dei tempi – racconta il Direttore del Piccolo Cottolengo Genovese Don Dorino Zordan – È anche guardando oltre che possiamo perseguire il benessere delle persone che sono state affidate alle nostre cure e che vivono nelle Case del Piccolo Cottolengo. L’incontro con i canarini, seppur inconsueto, è stato un momento pieno di gioia e di incanto per tutti noi. I sorrisi e gli sguardi entusiasti sono la prova del bene che abbiamo potuto condividere in questa giornata particolare”.

Dopo una breve presentazione sul mondo ornitologico e i caratteri etologici salienti, i canarini e le emozioni hanno preso letteralmente il volo in uno scambio ricco di empatia e meraviglia. Giuseppe Albergo, allevatore pugliese impegnato nell’attività di divulgazione e nella promozione del canarino quale animale relazionale e terapeutico, ha liberato una decina di uccellini colorati che dopo aver sorvolato il salone si sono posati sulle mani e sulle spalle delle persone presenti, prima intimidite e successivamente incuriosite.

Una parte importante del nostro lavoro è dedicata alla stimolazione sensoriale e cognitiva – racconta Laura Crovetti, Responsabile del Coordinamento dell’Animazione Geriatrica – L’interazione con i canarini ci ha offerto la possibilità di sperimentare un nuovo codice relazionale, facilitando la reciprocità e il linguaggio verbale e non verbale. In particolare, per le persone con maggiore difficoltà espressiva e deficit comunicativi o con deterioramento cognitivo, il contatto con i canarini ha incoraggiato la parola e la gestualità”.

Da sempre qui al Piccolo Cottolengo Genovese di Don Orione – spiega ancora Laura Crovetti – realizziamo attività terapeutiche che prevedono l’interazione uomo-animale, con effetti positivi sul benessere psicofisico delle persone. Ma quella con i canarini è stata un’esperienza davvero particolare. Per una persona fragile interagire con un animale così piccolo e delicato consente di rovesciare la prospettiva rispetto al sentirsi vulnerabile e al prendersi cura, e di mettersi nei panni dell’altro, in questo caso in quelli di una creatura indifesa. Inoltre, la giornata è stata un’occasione per recuperare ricordi e memorie perdute, dall’infanzia alla giovinezza, dal rapporto con i propri genitori a quello con figli e nipoti”.

Il Santa Caterina è uno dei reparti della Casa del Paverano che ha preso parte al progetto. “Abbiamo
partecipato alla festa dei canarini – ricorda sorridente la signora Stefania, 96 anni – erano tutti molto
simpatici, ma ce n’era uno specialissimo che si è posato sul mio dito insieme alla sua compagna. Lei,
siccome non le andavo proprio a genio, è volata via subito, ma lui è rimasto lì. Ad un certo punto mi ha
guardata, io allora gli ho detto cip cip e lui mi ha risposto. Mi sono commossa così tanto ”.

Anche io ho partecipato all’incontro con gli uccellini in quella bella sala grande – racconta invece la signora Marisa, classe 1933 e anche lei ospite del Reparto Santa Caterina – mi sono divertita. Sono volati due canarini, si sono posati qui sulle mie dita e se ne stavano accoccolati. Pensa un po’, proprio sulle mie dita! Per me è stato grandioso, lo rifarei un’altra volta da tanto che mi è piaciuto. È stata una bellissima giornata, diversa dalle altre”.

Liliana, signora ottantanovenne del Reparto Santa Fede, rievoca commossa il tempo passato: “Quando ero bambina in casa avevamo dei canarini. Mi ricordo che davamo loro l’insalata e gli ossi di seppia. Me li ricordo come fosse adesso. Il mio preferito era bianco con un ciuffo nero. Non avrei mai pensato di poterne tenerne uno in mano un giorno. Stava lì proprio sulle mie dita, ci penso tutti giorni e mi ricordo del mio papà che si raccomandava di averne cura. Eravamo piccoli e volevamo prenderli, ma non ci era concesso. Adesso che ho quasi novant’anni finalmente ‘ho fatto”.

Oltre al Piccolo Cottolengo Genovese di Don Orione, dove l’evento ha riscosso un grande successo, gli amici canarini hanno fatto visita ad altre strutture socioassistenziali liguri a Rapallo e ancora a Chiavari.

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