XI Domenica del Tempo Ordinario – Come un seme che cresce nel silenzio
Oggi la liturgia ci offre due semplice parabole: quella del seme che spunta da solo e quella del granellino di senapa. La prima si trova solo in Marco, la seconda si trova anche in Matteo e Luca.
Queste parabole appartengono al gruppo delle cosidette “parabole della crescita” che si rivolgono contro la concezione del Regno di Dio coltivate dagli avversari di Gesù e anche dai suoi seguaci.
Nella prima abbiamo scanditi tre tempi: la semina, la crescita e la raccolta. L’attenzione è posta sul momento della crescita, è il tempo del seme e della terra, per il contadino è solo un tempo che passa, durante il quale ingora cosa stia accadendo. Per il seme invece è il tempo di germogliare e di crescere. Da seme a spiga, è il seme che si dona.
Cosa vuole dirci Gesù sul tempo della crescita? Questo è il tempo in cui opera Dio, non della sua assenza. Il contadino è inattivo, non il seme. Ciò che avviene invisibilmente e misteriosamente non indica il silenzio di Dio, ma il suo modo diverso di parlare. Non delusione quindi nè turbamento, ma attesa fiduciosa.
La parabola del granello di senape pone l’attenzione sullo sviluppo enorme di un seme piccolissimo, che può far nascere un albero che arrivno fino ai 3-4 metri. Gesù vuole illustrare il modo di agire di Dio: il tempo di Gesù è tempo di semina, non di raccolta, è l’inizio, non la conclusione.
Il Regno di Dio si impone con la sua piccolezza, non secondo i nostri criteri. Il Regno di Dio cresce inosorabimente perchè è di Dio, i tempi di Dio non sono i nostri. Tutto è partito in una grotta, non in un palazzo regale.