V Domenica di Quaresima – Un seme che muore per amore
Dopo il dialogo con Nicodemo, collocato all’inizio del ministero di Gesù e nella sua prima Pasqua, la liturgia ci offre un episodio collocato nella terza e ultima Pasqua di Gesù. Siamo nel capitolo 12 del vangelo di Giovanni.
A Gerusalmemme, ci dice Giovanni, erano arrivati per la Pasqua anche alcuni Greci, attratti dal monoteismo degli Ebrei, e chiedono di vedere Gesù.
Gesù pare non ascoltare la loro richiesta e parla della sua “ora”: questa parola, che scandisce il vangelo di Giovanni come ad esempio a Cana e con la Samaritana, indica il momento supremo che abbraccia in sé umiliazione e glorificazione, morte e resurrezione.
Ai Greci Gesù annuncia la sua glorificazione attraverso la morte. Come immagine utilizza quella del chicco che muore: solo se muore può dare frutto. Vedere Gesù è possibile solo nell’ora della Croce, che è la manifestazione suprema dell’amore di Dio per l’uomo, che ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio.
Questa indicazione è valida non solo per i Greci di allora, ma vale per i cristiani di tutti i tempi.Sulla croce vediamo un amore forte e ostinato che non si lascia scoraggiare, che ci invita a scorgere Dio là dove c’è l’amore, dove c’è il seme che muore.