Tortona – Incontrarsi nella gioia
Sabato 6 gennaio Monsignor Guido Marini ha celebrato la solennità dell’Epifania del Signore al Santuario della Madonna della Guardia.
Una celebrazione che ha visto la presenza di numerosi fedeli che hanno gremito il santuario insieme ad autorità civili e militari cittadine, confratelli e consorelle della Congregazione orionina. Una celebrazione sempre suggestiva che si arricchisce con il canto dell’Annuncio del giorno di Pasqua da parte di Massimiliano Redaelli, orionino e cantore della novena e festa della Madonna della Guardia di agosto.
Il Vescovo nella sua riflessione ha voluto sottolineare all’inizio il vero e bel significato della processione d’ingresso dei ministri. “Il senso ed il simbolo della processione iniziale, ha detto, indica e richiama l’ingresso del Signore in mezzo al suo popolo, in qualche modo si rivive il mistero del Natale, del Verbo che si carne, si fa uomo e viene ad abitare in mezzo a noi. È la gioia dell’incontro tra il Signore ed il popolo suo che sono felici di incontrarsi a vicenda”.
Monsignor Marini ha poi evidenziato cinque parole tratte dalla pagina evangelica proclamata in questa solennità che ci interpellano e danno la gioia del Bambino, parlandoci di noi e di ciò che siamo chiamati a diventare perché “il Signore nella gioia è venuto in mezzo a noi per visitarci”. La prima: ‘Gesù nasce in una grotta a Betlemme’. “Particolare decisivo perché ci aiuta a ricordare che Gesù entra nella nostra vita con lo stesso stile che entra nella storia ovvero, nel piccolo, nel quotidiano, nel semplice. Oggi noi abbiamo il suo Pane, la sua Parola, i Sacramenti che sono una visita continua di Lui oggi in mezzo a noi. Ciò che è accaduto un giorno accade oggi nella nostra vita”. La seconda: il turbamento di Erode e dei suoi abitanti al vedere Gesù. “Anche in noi questo turbamento è presente a volte perché come loro stoltamente pensiamo che Egli venga a toglierci qualcosa invece ci dona tutto”. La terza: i dotti e i sacerdoti hanno indicato la strada ma non l’hanno percorsa. “Anche noi molte volte siamo come delle pietre miliari che rimangono ferme e non arrivano mai alla meta, non condividendo la sua vita, fermandoci”. La quarta: i Magi dopo aver incontrato il bambino tornarono al loro paese da un’altra strada. “Aver celebrato il Natale e queste feste, deve significare un cambiamento di strada nella nostra vita. Perché se abbiamo incontrato il Bambino Gesù, la strada non può che essere diversa perché dev’essere un piacere vivere nella sua luce, avvolti dal suo amore, conquistati dalla sua gioia nella luce della sua verità”. La quinta: Erode disse ai Magi di andare e riferire ciò che avevano visto. “Quante persone vicino a noi non si accostano a Lui, quanti non lo conoscono, sono indifferenti, lo disdegnano. Dobbiamo avvertire l’esigenza di donare Lui ai nostri fratelli, perché animati dalla sua carità. Senza di Lui la vita è triste perduta, smarrita, senza salvezza, c’è tristezza”.
Il vescovo ha terminato la sua riflessione con un significativo augurio e programma di vita per tutti. “Come i Magi fissiamo la stella, ma ancor più fissiamo il bambino ed avvertiamo la profondissima gioia che ne deriva ed accompagni ogni passo del nostro cammino in questo nuovo anno che da poco è iniziato”.
Una celebrazione che ha avuto un secondo alto tono di solennità perché al termine il rettore don Renzo Vanoi, dopo i ringraziamenti ai presenti, ha indetto per il nostro Santuario l’inizio dell’Anno della Preghiera, voluto dal Santo Padre Francesco in occasione del prossimo Giubileo e dell’Anno Mariano orionino che la Congregazione ha fortemente indicato di celebrare in ogni realtà volgendo proprio lo sguardo a Maria sotto il bel titolo di “Mater Dei”.
Monsignor Marini al termine della celebrazione è salito al tempietto ed ai piedi della Vergine, dopo averla onorata con l’incenso, ha intonato la preghiera per questo Anno della preghiera proprio da lui composta e successivamente ha impartito la solenne benedizione.