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L’Epifania nelle parole di Don Orione

L’Epifania nelle parole di Don Orione

Leggiamo una meditazione che don Orione scrisse nell’Epifania del 1940, pochi mesi prima della sua morte.

«Oggi è l’Epifania: è la manifestazione, è la chiamata, è la rivelazione di Cristo ai Gentili: noi siamo i Gentili! È la grande chiamata, è la grande manifestazione del Signore ai popoli. Grande solennità l’Epifania! Deve essere grande per ciascuno di noi.

Preghiamo il Signore che in quest’ora tremenda del mondo si manifesti ancora una volta, perché questo mondo solamente al contatto di Dio si fermerà sulla china dell’abisso e si calmerà la sete di sangue, di dominio, di ambizione per cui gli uomini si vanno uccidendo con vaste stragi, come mai per il passato.

Preghiamo soprattutto che il Signore si manifesti a noi, alle nostre case, alla nostra piccola Congregazione. E noi, tratti dal suo amore, andiamo a lui sollecitamente premurosi e portiamo a lui i nostri doni, il nostro cuore e la nostra mente. «Venimus cum muneribus». Ecco non si può andare a Gesù a mani vuote, non si può andare a lui senza depositare ai suoi piedi i nostri cuori, la nostra vita. Ed entrati i Magi trovarono Gesù con Maria, la madre sua e nostra: «Cum Maria matre eius». È molto significativa questa frase! Trovarono Gesù sulle ginocchia di Maria. Mai dobbiamo disgiungere Gesù da Maria, la madre sua: sarebbe il più grande insulto alla madre e al suo figliolo.

Preghiamo Maria che ce lo mostri, ce lo manifesti, ce lo riveli: preghiamola che ce lo faccia sentire con tutta la sua materna amorevolezza in modo che il nostro cuore, per dirla con una parola poco italiana, si conglutini con Gesù, per formare, cioè, un cuore solo, una sola vita con il cuore stesso di Gesù».

[Parola XII, 15]
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