Milano – Casa del Giovane Lavoratore, giovane da 60 anni
Il 2023 è un anno ricco di tantissimi anniversari per l’Opera Don Orione a Milano, i 70 anni della Parrocchia San Benedetto e i 90 del Piccolo Cottolengo, tra questi c’è anche la posa della prima pietra della Casa Del Giovane Lavoratore.
I 120 ospiti della Casa del Giovane in massima parte non frequentano né la chiesa né tantomeno il Piccolo Cottolengo e vivono la loro routine fatta di alzarsi presto, lavorare o studiare tutto il giorno, prepararsi una fugace cena nella cucina comune, una birra, un saluto via video whatsapp alla famiglia lontana e poi a dormire per riprendere il giorno successivo.
“Ho pensato a Don Orione – dice Marco Pirotta, responsabile della struttura – che all’inaugurazione del Piccolo Cottolengo di Genova a chi si complimentava per il tanto bene che faceva per gli ospiti rispondeva … “Ma voi non capite che questa struttura non l’ho pensata per gli ospiti … tanto loro hanno già un posto in Paradiso … l’ho pensata per noi che stiamo fuori” … perché vedendo, magari ci convertiamo”.
Da questa idea e dal confronto con Don Carli Marin, consigliere provinciale, e Davide Gandini nasce la festa del 5 dicembre.
“Abbiamo invitato tutti!! Preti, suore, parrocchiani, amici, conoscenti: fare festa assieme – prosegue Pirotta – Alle 19:00 La casa cominciava a riempirsi di persone, gli ospiti stupiti … si chiedevano ancora il perché e senza capire bene si sono uniti alla messa nel salone trasformato in cappella. I canti hanno coinvolto tutti!! Le intenzioni parlavano di noi, Don Carlo … sembrava conoscesse tutti per nome, si era tutti mescolati, ospiti suore, amici, chi vestito in ghingheri, chi con i pantaloni ancora macchiati della vernice del lavoro, tutti profondamente diversi ma altrettanto uniti. La messa è continuata con un buffet … ed a quel punto gli ospiti si sono moltiplicati”.
Gli ospiti accesi dalla novità chiedevano quando avremmo fatto un’altra festa così, i parrocchiani sorpresi manifestavano grande meraviglia del concentrato di miserie annegate nella serenità che alloggiava proprio a fianco di casa loro, gli amici increduli ringraziavano per la serata di gioia vissuta assieme.
“Mio figlio, che non sopporta la mia continua lontananza da casa mi dà un bacio e dice: “Bravo papà” – conclude Marco Pirotta – Ma non abbiamo fatto niente … abbiamo solo aperto le porte alla meravigliosa intuizione dell’Opera di Don Orione ad essere alla testa dei tempi nel cercare di capire chi sono i desamparados di Don Orione oggi a Milano”.