Albania – Don Orione parla anche albanese
Don Giovanni Carollo, Direttore provinciale, ha partecipato a Scutari alla presentazione di tre libri su Don Orione.
Nella biblioteca della cattedrale, la comunità orionina in Albania ha presentato alcuni volumi dedicati al carisma di San Luigi Orione.
Di seguito l’intervento di Don Giovanni Carollo.
Un saluto a tutti voi qui presenti e grazie per l’invito che ho accettato volentieri per condividere insieme questo momento con spirito di famiglia.
“Il Verbo si è fatto carne”.
Gesù è la Parola di Dio fatta carne, così inizia il prologo del Vangelo di Giovanni. Leggiamo, poi, nella lettera agli Ebrei al cap.1,1-2: . “Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte ai padri…; ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio”.
Questa introduzione per sottolineare che anche Dio ha ardentemente desiderato trasmettere con la Parola e con la sua stessa vita, attraverso il Figlio, il suo pensiero e i suoi sentimenti.
Quando ci accostiamo ad un testo, si dice che esso parla e ci trasmette non solo il pensiero dello scrittore, che è vissuto in un tempo e in un contesto circoscritti, ma in qualche modo egli si consegna al lettore.
Leggendo il Vangelo, è chiaro che esso è tanto antico e sempre nuovo, quindi sempre attuale e vitale, perché c’è stato tramandato non un testo, ma la persona stessa di Gesù che fa di noi una cosa sola con Lui e con il Padre.
Per analogia, forse esagerando, andiamo a conoscere San Luigi Orione attraverso il suo essere e il suo agire, i suoi scritti e le sue opere.
L’apostolo della carità nasce a Pontecurone il 23 giugno del 1872 e muore a Sanremo il 12 marzo del 1940. Possiamo definirlo “lo scriba di Dio”. Nelle sue lettere e con la sua vita ha saputo trasmettere il fuoco dell’amore di Dio per ogni donna e ogni uomo di tutti i tempi attraverso la profezia della carità.
Comprendiamo, allora, le parole con cui Pio XII ha sintetizzato questa figura poliedrica: “Don Orione fu l’apostolo della carità, il padre dei poveri, il benefattore dell’umanità dolorante e abbandonata”.
Giovanni Paolo II, poi, in occasione della beatificazione di Don Luigi Orione, avvenuta il 26 di ottobre del 1980 disse: “Don Luigi Orione ci appare come una meravigliosa e geniale espressione della carità cristiana.
È impossibile sintetizzare in poche frasi la vita avventurosa e talvolta drammatica di colui che si definì, umilmente ma sagacemente, “il facchino di Dio”. Però possiamo dire che egli fu certamente una delle personalità più eminenti di questo secolo per la sua fede cristiana apertamente professata e per la sua carità eroicamente vissuta. Egli fu sacerdote di Cristo totalmente e gioiosamente…
Dalla sua vita, tanto intensa e dinamica, emergono il segreto e la genialità di don Orione: egli si è lasciato solo e sempre condurre dalla logica serrata dell’amore! Amore immenso e totale a Dio, a Cristo, a Maria, alla Chiesa, al Papa, e amore ugualmente assoluto all’uomo, a tutto l’uomo, anima e corpo, e a tutti gli uomini, piccoli e grandi, ricchi e poveri, umili e sapienti, santi e peccatori, con particolare bontà e tenerezza verso i sofferenti, gli emarginati, i disperati.
Ebbe la tempra e il cuore dell’apostolo Paolo, tenero e sensibile fino alle lacrime, infaticabile e coraggioso fino all’ardimento, tenace e dinamico fino all’eroismo”.
Da queste parole di S. Giovanni Paolo II risultano evidenti i quattro amori che mossero il cuore di questo Santo sacerdote: Gesù, il Papa, le Anime e Maria. In realtà essi costituiscono un unico amore, che si tradurrà concretamente nel fine specifico del carisma che egli ci ha lasciato in eredità: “portare il popolo, i poveri più poveri, a Gesù, alla Chiesa e al Papa mediante le opere di carità”.
Questo fuoco della carità, che è sempre arso nel cuore di S. Luigi Orione, si coglie nel suo immenso epistolario con degli accenti di profondissima spiritualità da costituirne, per alcuni tratti, un cantico poetico di lode al Signore e alla sua Divina Provvidenza che non abbandona mai i suoi figli.
Ringrazio i miei Confratelli don Emilio Valente, d. Giuseppe De Guglielmo, d. Dorian Mjeshtri e d. Giuseppe Testa per aver fatto tradurre nella vostra bella lingua albanese alcuni testi, attraverso i quali potrete cogliere l’umanità, la spiritualità, il carisma e la fede profonda di Don Orione. I suoi scritti, come dicevo nell’introduzione, ci consegnano la personalità “vulcanica” di questo santo sacerdote. I testi a cui mi riferisco sono: “Nel nome della Divina Provvidenza”. Le più belle pagine; “Fuoco al mondo”; “L’itinerario formativo orionino”.
Quando nel 1993 venne ristampato il testo “Nel nome della Divina Provvidenza”. Le più belle pagine, ci giunse questo significativo apprezzamento del Santo Padre Giovanni Paolo II attraverso il Segretario di Stato il Card. Angelo Sodano: “in occasione dei 100 anni di fondazione della “Piccola Opera della Divina Provvidenza”, il Santo Padre plaude a tale provvida iniziativa, con la quale si contribuirà certamente a meglio approfondire e diffondere il pensiero del grande Apostolo della carità, fedele servitore della Chiesa e dei poveri. Nell’auspicare che tale volume costituisca per la famiglia spirituale del Beato Luigi Orione e per quanti avranno modo di leggerlo stimolo ed incoraggiamento a generosa dedizione a Dio ed ai fratelli, Sua Santità assicura un particolare ricordo nella preghiera e di cuore imparte a tutti una speciale Benedizione Apostolica”.
Un epistolario, quello di Don Orione, vasto e travolgente, non tanto e non solo per il suo genere letterario, ma per l’animosità che traspare dai suoi scritti. Un calcolo approssimativo enumera circa quarantamila scritti, che dimostrano la vastità e la serietà dei suoi contatti, che vanno dalle più semplici persone ai benefattori, e alle più alte autorità ecclesiastiche e civili.
Pensate, nel corso del processo della beatificazione sono state esaminate oltre 16.000 pagine, di cui molte inedite, perché fino a quella data l’archivio era in uso riservato ed esclusivo. Quelle edite, però, sono indubbiamente fra le più edificanti. Così almeno è sembrato a chi le ha messe insieme per offrire un’occasione di accostare direttamente la grande anima dell’apostolo della carità attraverso pagine che a buon diritto sono state definite «rivelatrici».
Da queste pagine si possono cogliere sentimenti, ideali e stile di Don Orione che non possono non stupire e non impressionare i lettori che desiderano conoscere ed approfondire il suo messaggio, tutto fuoco di amore per il Crocifisso, la Madonna, la Chiesa, il Papa e i Vescovi, i poveri, i lontani, i sofferenti. Le sue parole, infatti, sono straordinariamente cariche di luce, di amore e di speranza.
I tre volumetti che questa sera presentiamo, tradotti in lingua albanese, ci permettono di cogliere una testimonianza affascinante e mi auguro contagiosa che, come diceva Benedetto XVI, suscitano una forte attrazione nell’imitazione di una vita tutta spesa a servizio di Dio e del prossimo.
In tal modo vogliamo fare nostre le esortazioni del Santo Cardinale di Milano, Schuster, che nelle frequenti visite ai poveri e disabili del nostro Piccolo Cottolengo milanese ripeteva agli orionini: “Parlate troppo poco di Don Orione: dovete farlo conoscere di più”.
Permettetemi di dare ragione al Cardinale Schuster. Don Orione, infatti, è una bella espressione della carità di Dio e, proprio per il bene della Chiesa da lui amata e difesa con tutte le sue forze, come si può leggere in tante pagine del suo epistolario, non si può e non si deve tacere.
Lo scopo di questi tre testi è quello di ereditare una spiritualità e un carisma che esplicitano un forte senso di appartenenza alla Chiesa, la sua dimensione ecclesiologica e la fedeltà al Papa.
Don Orione ieri e noi orionini oggi siamo consapevoli, infatti, che la carità assistenziale, educativa e pastorale verso gli ultimi va esercitata in nome e per conto della Chiesa.
Il testo “Fuoco al mondo” ci permette di addentrarci nella storia di una vita, qual è quella di Don Orione, tutta dedita a Dio e al prossimo. Leggendo la sua biografia è palese come Egli non abbia mai perso di vista la duplice fedeltà a Dio e all’uomo.
Poi, nel volumetto dedicato alla raccolta delle sue “Più belle pagine” si sentono vibrare le corde di un cuore senza confini, che non ha mai messo limiti all’azione caritativa, anzi, qualora vi fossero, ha abbattuto barriere di tipo culturale, sociale e religioso del suo tempo.
Scriveva infatti: “Il Piccolo Cottolengo terrà la porta sempre aperta a qualunque specie di miseria morale o materiale. Ai disingannati, agli afflitti della vita darà conforto e luce di fede. Distinti poi in tante diverse famiglie, accoglierà, come fratelli, i ciechi, i sordomuti, i deficienti, gli ebeti; storpi, epilettici, vecchi cadenti o inabili al lavoro, ragazzi scrofolosi, malati cronici, bambini e bambine da pochi anni in su; fanciulle nell’età dei pericoli: tutti quelli, insomma, che, per uno o altro motivo, hanno bisogno di assistenza, di aiuto, ma che non possono essere ricevuti negli ospedali o ricoveri, e che siano veramente abbandonati: di qualunque nazionalità siano, di qualunque religione siano, anche se fossero senza religione: Dio è Padre di tutti!”.
E su questi criteri, su questi principi ed opzioni fondamentali e fondazionali che vengono guidati e formati i futuri religiosi orionini, come potrete leggere nel testo dedicato all’Itinerario formativo orionino.
Insomma, Don Orione parla anche albanese! A noi il compito di fare tesoro non solo e non tanto dei suoi scritti, quanto piuttosto di un carisma attuale per il nostro tempo che, come scriveva lui stesso, pur apparendo freddo e gelido nei confronti di Dio della Chiesa, in realtà ha tanta sete di giustizia e di Dio.