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Monsignor D’Ercole – Il dolore distrugge ma la carezza di Giovanni Paolo II perdona anche questo

Monsignor D’Ercole – Il dolore distrugge ma la carezza di Giovanni Paolo II perdona anche questo

Riportiamo una riflessione di Monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo e giornalista.

Quando la tv produce fango sulle persone e dolore nei cuori, non si può certo dire che sia ‘buona informazione’.

Sono veramente tanti coloro che, rimasti offesi e forse persino arrabbiati e sconvolti dalle insinuazioni su Giovanni Paolo II, hanno reagito senza risparmiare parole e sentimenti sui social. Non faccio fatica a capire perché: Giovanni Paolo II è il papa che tanti oggi, giovani adulti e anziani hanno ben conosciuto e di sicuro sono molti quelli, che continuano, come me, a sentirlo vivo modello da seguire, guida salda da imitare nel cammino spirituale. Il suo esempio suscitava tanto coraggio di fede e ha mosso innumerevoli cuori, specialmente di giovani, a essere cristiani senza compromessi e a dirsi ed essere testimoni di Cristo “senza se e senza ma” ed a mai vergognarsi di Gesù.

Dinanzi alle proteste che sui social si sono levate da tante parti, anche papa Francesco nel corso dell’Angelus della scorsa domenica, ha voluto con delicatezza intervenire, definendo le affermazioni uscite sui media come “illazioni offensive ed anche infondate”.

A lanciare le accuse è stato un membro della Banda della Magliana,  vita criminale,  parole criminali.

Mi metto anche a riflettere sul dolore di Pietro Orlandi,  ferito non solo per la morte della sorella, ma ancor più perché a tanti anni di distanza non si riesce ancora a capire la verità dei suoi ultimi giorni. Dinanzi a tanto dolore che il tempo certamente non attenua in questo caso, massimo rispetto e anche paziente comprensione. Quando sei davanti a una persona distrutta dal dolore perdoni gli sfoghi e anzi preghi perché Giovanni Paolo II dal Cielo, dove si trova, lo aiuti e sostenga.

In fondo è stato lo stile di papa Wojtyla saper comprendere e raccogliere le lacrime di tanti disperati – di cui più di qualche volta sono stato personalmente testimone – e saper perdonare prontamente persino chi ha tentato di ucciderlo come tutti ricordiamo.  E volete che non perdoni chi – forse senza rendersene conto fino in fondo – ha contribuito a offendere la sua memoria?

Invito tutti a fare un passo indietro: basta fango! C’è però una verità da non dimenticare: purtroppo è facile gettare fango su chi non può parlare, ma non bisogna dimenticare che il fango gettato in alto, in questo caso molto in alto, ricade sempre sulla testa di chi si permette impunemente di lanciarlo.

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