Kiev – Nel buio della guerra la luce del Risorto
Don Moreno Cattelan, missionario orionino a Kiev, ci racconta la loro Pasqua.
La comunità di Kyiv, inserita nella Chiesa greco-cattolica ucraina di rito bizantino, ha celebrato in questi giorni le festività pasquali.
E’ la prima Pasqua che i religiosi celebrano a Chabany, cittadina situata nella prima periferia della Capitale, dove sono presenti da qualche anno. In questi giorni, nel container-cappellina, è stato garantito, in occasione delle festività pasquali, il servizio religioso alla piccola comunità di fedeli greco-cattolici e qualche fedele di rito ortodosso che dalla scorsa estate hanno iniziato a frequentare le varie funzioni.
DOMENICA DEI FIORI (delle Palme): solenne e partecipata celebrazione con la presenza di una ventina di fedeli. Alla fine della Divina Liturgia sono state benedette le “baske”, intreccio di rametti e fiori, ricordando l’ingresso di Gesù a Gerusalemme.
GIOVEDI SANTO: partecipando alla solenne Divina Liturgia del giorno don Moreno ha ricevuto, assieme ad altri 11 sacerdoti che operano nel campo della carità, il gesto della “Lavanda dei piedi” da parte dell’Arcivescovo maggiore Svjatoslav (Ševčuk). Dopo la cerimonia, per continuare ed attuare il gesto di Gesù, con il chierico Mykhailo Kostiv, è stato distribuito un pasto caldo a circa 180 poveri e senzatetto.
VENERDI SANTO: nella piccola cappellina, aperta tutto il giorno, è stata preparata la “Plascanytsja”, la Sindone per la venerazione e le prostrazioni da parte dei fedeli.
SABATO SANTO: gradita quanto inattesa visita del vescovo, vicario e ausiliare dell’Arcidiocesi di Kyiv, Josyf (Miljan). Durante la visita, il vescovo ha pregato davanti all’immagine della Sindone per la pace in Ucraina e per lo sviluppo delle piccole comunità parrocchiali dell’Arcidiocesi. Dopo la preghiera si è intrattenuto in oratorio per un momento conviviale. Nel pomeriggio tradizionale benedizione dei cestini pasquali e in serata reposizione della Sindone sull’altare dove rimarrà fino alla solennità dell’Ascensione.
DOMENICA DI PASQUA: solenne cerimonia e ancora benedizione dei cestini. Presenti alla Divina Liturgia 25 persone diverse delle quali si sono poi fermate in oratorio per consumare la “colazione pasquale”.
MARTEDI DELLA LUCE: ultimo giorno di festa. Celebrazione della Divina Liturgia e nel pomeriggio servizio ai poveri con la consueta distribuzione di un pasto caldo. Nell’occasione sono state distribuite anche alcune medicine e materiale per l’igiene personale inviato a Kyiv, in questi giorni, dalla parrocchia orionina di San Benedetto di Milano.
La guerra imperversa ma nessuno può negarci il diritto di celebrare i momenti più importanti e salienti della liturgia e tradizione cristiana.
Con il solenne saluto pasquale: “Il Signore è risorto! E’ veramente risorto!”, tutti ci siamo augurati che il prossimo anno si possa finalmente vivere la Santa Pasqua in un clima diverso rispetto all’attuale.
Anche noi abbiamo sperimentato in questi mesi come il meccanismo perverso della guerra si ripete sempre uguale con il suo carico di morte, distruzione e paura.
Ci siamo per questo rincuorati l’un l’altro; non sarà la paura né la disperazione a donarci la pace, ma un serio lavoro della ragione e della coscienza per preparaci già ora, responsabilmente, nei riguardi del futuro.
La guerra rafforza l’odio, che poi è difficile da superare e con cui è difficile convivere perché distrugge l’uomo. Ed è per questo che abbiamo celebrato la nostra Pasqua, ancora in guerra, ma desiderosi già di ricominciare, usando parole e gesti che in qualche modo siamo un piccolo segno di riconciliazione e pace per tutti e con tutti.