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Papa Francesco – La pace si costruisce insieme

Papa Francesco – La pace si costruisce insieme

Ieri è stato reso noto il testo del messaggio di Papa Francesco per la 56.ma Giornata Mondiale della Pace, il 1° gennaio 2023.

Dal 1986, per volere di Papa Paolo VI, la Chiesa inizia il nuovo anno con una preghiera per la pace. All’alba del 2023 la preghiera per la pace ci appare quanto mai urgente e importante, dopo dieci mesi di guerra in Ucraina e con un elevato numero di conflitti dimenticati nel mondo.

Durtante la pandemia, Papa Francesco ha ricordato al mondo che “nessuno si salva da solo”. Questo suo invito vale anche oggi, come indica il titolo del messaggio: “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace.”

Dopo tre anni – scrive il Papa – è ora di prendere un tempo per interrogarci, imparare, crescere e lasciarci trasformare, come singoli e come comunità; un tempo privilegiato per prepararsi al “giorno del Signore”. Ho già avuto modo di ripetere più volte che dai momenti di crisi non si esce mai uguali: se ne esce o migliori o peggiori. Oggi siamo chiamati a chiederci: che cosa abbiamo imparato da questa situazione di pandemia? Quali nuovi cammini dovremo intraprendere per abbandonare le catene delle nostre vecchie abitudini, per essere meglio preparati, per osare la novità? Quali segni di vita e di speranza possiamo cogliere per andare avanti e cercare di rendere migliore il nostro mondo?”.

E proprio quando l’umanità iniziava a sperare che la pandemia fosse definitivamente alle sue spalle, un’altra tragedia si è abbattuta sul mondo, riportanto alla ribalta dei media la guerra.

Non era questo il mondo post-pandemia che volevamo. E dunque ci domandiamo cosa possiamo fare di fronte a tutto questo.

Papa Francesco suggerisce due cambiamenti: “Anzitutto, di lasciarci cambiare il cuore dall’emergenza che abbiamo vissuto, di permettere cioè che, attraverso questo momento storico, Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà.”.

Infine, “siamo chiamati a far fronte alle sfide del nostro mondo con responsabilità e compassione. Dobbiamo rivisitare il tema della garanzia della salute pubblica per tutti; promuovere azioni di pace per mettere fine ai conflitti e alle guerre che continuano a generare vittime e povertà; prenderci cura in maniera concertata della nostra casa comune e attuare chiare ed efficaci misure per far fronte al cambiamento climatico; combattere il virus delle disuguaglianze e garantire il cibo e un lavoro dignitoso per tutti, sostenendo quanti non hanno neppure un salario minimo e sono in grande difficoltà. Lo scandalo dei popoli affamati ci ferisce. Abbiamo bisogno di sviluppare, con politiche adeguate, l’accoglienza e l’integrazione, in particolare nei confronti dei migranti e di coloro che vivono come scartati nelle nostre società.

Tutto questo non è solo in mando ai governi e alle nazioni, ma dipende dalla nostra capacità di metterci insieme per affrontare queste sfide: “Solo la pace che nasce dall’amore fraterno e disinteressato può aiutarci a superare le crisi personali, sociali e mondiali”.

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