Eremo di Sant’Alberto di Butrio – Per me vivere è Cristo
Il vescovo Marini ha incontrato i sacerdoti orionini riuniti nel loro incontro annuale a Sant’Alberto di Butrio.
La riflessione del Vescovo è stata introdotta dalla lettura del brano evangelico della samaritana, nel Vangelo di Giovanni.
Da questo brano il vescovo ha tratto otto passaggi per sottolineare l’importanza di mettere al centro della propria vita e del proprio ministero sacerdotale la persona di Gesù Cristo. ‘Per me vivere Cristo’ ha ripetuto più volte questa espressione dell’apostolo Paolo e di cui Don Orione ne ha fatto un programma di vita.
“Oggi anche noi siamo chiamati a vivere questo, ha detto mons. Marini, con le tentazioni che la vita ci mette sempre davanti, oggi desideriamo rimanere sulla bocca di Dio per renderci capaci di introdurla nel nostro cuore perché tutto è segnato dall’amore provvedente del Signore”.
Ha poi proseguito indicando qual è la strada maestra da seguire ovvero Gesù sorgente per la vita eterna. “Dobbiamo cercare solo Gesù Cristo e nessun altro, dobbiamo ritrovare l’entusiasmo, la gioia e la certezza che nulla è meglio di Gesù Cristo. Tutto deve partire da noi stessi per poi con l’annuncio andare ai fratelli”.
Ha concluso la riflessione rivolgendo uno speciale augurio “essere veri davanti al Signore senza nasconderci, continuando a puntare in alto perché la chiamata ricevuta ci impone di andare verso le altezze. Il Signore ha sempre il primato nell’amore e noi dobbiamo stare sempre davanti al Signore in atto di ringraziamento. Il Dio vivente non ci lascia in pace ma ci mette sempre in movimento verso di lui. Dobbiamo essere discepoli ed apostoli secondo il suo cuore, solo così stiamo incontrando il volto vero del Signore”.
Al termine è stato dedicato uno spazio di preghiera ed interiorizzazione personale di quanto ascoltato davanti al Santissimo Sacramento. La giornata si è conclusa con la celebrazione eucaristica. Nell’omelia il vescovo commentando la liturgia del giorno, ha sottolineato tre parole.
La prima è la carità. “Come l’apostolo Paolo siamo invitati tutti a condannare la mancanza di questa nel nostro essere e pertanto dobbiamo chiedere a Dio questo dono per saper amare senza misura“. La seconda è tratta dal Vangelo: la preghiera. “Vogliamo che il fondamento, l’anima, la forza di ciò che noi operiamo e viviamo sia nella preghiera che custodisce la relazione viva con Lui”. La terza parola sottolineata dal vescovo è la chiamata per nome. “Il Signore quando chiama qualcuno per none vuole in quella vita diventare il tutto”.
Ha concluso con un’elevazione al Signore che vuole essere una preghiera quotidiana per ognuno. “Signore riconosco la mia povertà nella carità: cambia tu il mio cuore! Riconosco la mia povertà nella preghiera: aiutami tu a renderla primato della mia vita! Riconosco la mia povertà nell’aprirti tutto di me: fai in modo che io divento tutto e solamente tuo“.
Una giornata ricca di spiritualità in un luogo di pace e di silenzio nella quale i direttori hanno potuto sperimentare quanto sia dolce e soave vivere insieme come fratelli uniti nel carisma del fondatore che oggi più che mai chiede a tutti di stare “alla testa dei tempi”.