Albania – Un’estate di servizio missionario
Un saluto a tutti, sono il diacono Giuseppe Maltese, sono stato ordinato a Roma il 23 giugno 2022, insieme ad altri cinque confratelli provenienti da varie nazioni.
Quest’anno ho accolto con gioia la proposta del direttore provinciale don Giovanni Carollo di vivere, in terra albanese, una esperienza di conoscenza e servizio missionario; sono partito venerdì 01 luglio 2022, alla volta di Bardhaj, nella periferia nord di Scutari, dove operano, dal settembre 2014, i missionari orionini, attualmente don Emilio Valente e don Giuseppe De Guglielmo, presso la parrocchia “Madonna del Rosario di Pompei”; i missionari si occupano della cura pastorale di alcuni villaggi della zona (Bardhanjor, Fermentim). Si è ultimamente avviata un laboratorio per la produzione di sapone artigianale, che consente a chi vi partecipa di imparare a realizzare La presenza orionina nella zona di Scutari ha però origini più antiche: l’arrivo dei primi missionari risale al 1936, nella zona di Shiroka, inviati direttamente da don Orione; l’ultimo orionino a lasciare l’Albania fu Don Sante Gemelli nel 1946, a causa delle persecuzioni messe in atto dal dittatore Enver Hohxa. Il 21 giugno del 1998 la congregazione aprì la seconda comunità in Albania proprio in tale luogo.
Durante il mese di agosto, l’esperienza mi ha portato nella realtà di Elbasan, a circa 35 km dalla capitale Tirana. In questa città il 18 ottobre 1992, dopo la caduta del regime comunista nel paese delle aquile, don Giuseppe De Guglielmo fu il primo orionino che tornò in Albania, proprio ad Elbasan, dove attualmente sono presenti don Giuseppe Testa e don Dorian Mjestri; in questa città, gli orionini hanno edificato la parrocchia “San Pio X”, e si occupano della cura pastorale dei villaggi di Gostimë e Mollas. Inoltre vi è la presenza di un centro per il dialogo interreligioso, che coinvolge cattolici, ortodossi, protestanti e musulmani, questi ultimi presenti in maggioranza in terra d’Albania. Tale centro ha recentemente avviato una collaborazione con l’Università Gregoriana di Roma, per dare una valenza accademica alle attività svolte e per dimostrare che il dialogo fruttuoso e la convivenza pacifica, sono realtà possibili. L’esperienza si è protratta fino al 20 agosto, quando ho preso il volo per Catania per passare un periodo in famiglia.
Cosa posso dire di aver portato con me, valutando ciò che ho vissuto? Sicuramente la certezza di aver incontrato Cristo.
Perché Lui ci precede non solo in Galilea, ma anche in Albania, l’antica “Illiria” evangelizzata da San Paolo nel primo secolo d.C. laboratorio di fedi e religioni diverse che da decenni dialogano e si incontrano per condividere percorsi di pace, terra in cui il sangue di tanti martiri sta cominciando a far germogliare frutti di vita nuova. Un popolo e una chiesa con numeri esigui e che ha sofferto tanto, ma che ha dato prova di essere “saldo nella fede”, parafrasando l’apostolo Paolo. Partecipare alle attività parrocchiali (programmazione pastorale, grest, momenti con i giovani), aver visitato le famiglie nei villaggi, dove siamo stati accolti con entusiasmo, aver avuto modo di vivere momenti di scambio culturale e di esperienze di fede, è ciò che più mi ha coinvolto e fatto sentire a casa e non “straniero”; non sono mancati anche momenti di festa e condivisione dei prodotti tipici del territorio.
Ho imparato tanto in questo periodo, ho espletato il mio servizio diaconale e ho conosciuto una chiesa dalle grandi potenzialità, con risorse economiche non immense ma con una religiosità semplice e genuina. Non posso far altro che ringraziare il buon Dio e la Divina Provvidenza per avermi dato modo di conoscere un altro luogo della “geografia orionina”, con l’augurio e la speranza di poter tornare in futuro in terra albanese; chiedo a chi legge di pregare per l’Albania e per le vocazioni religiose e presbiterali di questo paese, oltre che per l’intera famiglia religiosa di don Orione.