XVIII Domenica del Tempo Ordinario – La follia dell’avarizia
Domenica scorsa abbiamo meditato sulla preghiera del padre nostro, oggi la liturgia ci propone un brano che si trova solo il Luca.
In questo passo Gesù ci invita a guardarsi da ogni cupidiga, dal desiderio di avere di più. Alla richiesta di un uomo circa un’eredità contesa, Gesù non si limita alla casistica ma va al cuore del problema, a ciò che genera divisione elitigi: la cupidigia.
Non c’è disprezzo dei beni in sè, ma la vita non dipende dai beni che si posseggono, non sono le cose che dicono la grandezza di una persona. Eppure anche oggi i modelli ci propongono ancora come modello di felicità la fama, la bellezza, la ricchezza…
Per spiegare questo Gesù racconta la parabola del ricco stolto. Quest’uomo è completamente ripiegato su se stesso, è pieno di egoismo e dimentica l’unica certezza della vita: la morte. Il raccolto abbondande dimostra che il ricco è stato abile nella sua attività, ma non ha capito che tutti quei beni accumulati non gli danno tranquillità e rendono arido il suo cuore. In fondo al suo cuore, è un uomo povero.