Tortona – I figli di Don Orione in cammino per un carisma vivo e fecondo
Il XV Capitolo Generale dei Figli della Divina Provvidenza è iniziato ieri a Tortona.
La giornata inaugurale ha avuto come tema il ricordo dei defunti per la pandemia e della figura di Don Giuseppe Masiero.
Nel pomeriggio, presso la Casa Madre delle Piccole Suore Missionarie della Carità, Don Tarcisio Vieira ha benedetto il Giardino della Memoria dei defunti della Famiglia Carismatica Orionina degli anni 2020-2021: un atto di omaggio a tanti religiosi e religiose che ci hanno lasciato a causa della pandemia da Covid 19. Erano presenti anche Madre Mabel Spagnuolo, Superiora generale delle PSMC e Armanda Sano, Coordinatrice generale del MLO.
Al termine di questo rito, la solenne concelebrazione nel Santuario Madonna della Guardia ha aperto ufficialmente il XV Capitolo Generale dei Figli della Divina Provvidenza alla presenza dei 47 delegati arrivati da ogni continente.
Padre Tarcisio Vieira, Direttore generale, nell’omelia ha evidenziato come «esattamente un anno fa, il Consiglio Generale era al Santuario della Madonna Incoronata a Foggia per la convocazione del Capitolo Generale. Oggi, siamo qui, al Santuario della Madonna della Guardia, per dare inizio all’assemblea plenaria nella quale si radunano legittimi rappresentanti di tutta la Congregazione”. Da un luogo mariano all’altro per invocare la protezione della Madre e Celeste Fondatrice e per dire, ancora una volta, con Don Orione: “Tutto grazia di Maria!”».
Al termine della cerimonia le spoglie mortali di Don Giuseppe Masiero, quinto successore di Don Orione, morto in un incidente in Venezuela nel 1991, sono state tumulate nella cripta del santuario della Madonna della Guardia. Con lui persero la vita anche Don Angelo Riva, Don Italo Saran e un giovane volontario, Rafael Villanueva.
Di quel momento rimane la testimonianza di Don Roberto Simionato (che poi sarà il sesto successore di Don Orione) «l’improvvisa scomparsa di Don Masiero, Don Riva, Don Italo e il giovane Rafael, credo sia stata – dopo la morte del Fondatore – la prova più grande per la Congregazione. Ci invase uno smarrimento generale con la sensazione di essere rimasti orfani di colpo».
«A Caracas, – continua Don Simionato – mi fu restituita dalla polizia la borsa con la sua roba. Ricordo le immagini di Don Orione, stropicciate dall’incidente. Le aveva fatte stampare con la preghiera: “Gesù, Gesù, Gesù, tu sei tutto… sono tutto tuo, vivere e morire per te, Gesù, Gesù, Gesù”. Le consegnava ad ogni confratello, come ricordo della visita canonica. Diventò in verità il suo testamento!».