Avezzano – 13 gennaio, per non dimenticare
Alle 7.53 del 13 gennaio del 1915 un terribile terremoto cambiò la storia della Marsica. Lasciò 28.000 morti, tanti feriti, paesi distrutti e difficili da raggiungere per portare soccorsi durante l’inverno, con molta neve e strade interrotte. Don Orione fu tra i primi a correre in soccorso dei sopravvissuti.
Anche quest’anno ad Avezzano si ricordano le migliaia di vittime del terremoto, anche se in modo ridotto a cuasa della nuova ondata di contagi.
Il primo appuntamento si è svolto al Memorial, dove il vicesindaco Domenico Di Berardino ha deposto una corona di fiori alla presenza del Prefetto dell’Aquila Cinzia Torraco, del vicario del Vescovo, assente perché positivo al Covid, del Presidente del consiglio Permanente delle associazioni D’Arma Floriano Maddalena, del Presidente del Consiglio comunale Fabrizio Ridolfi e di una ristretta rappresentanza di autorità civili, militari e religiose.
Nel pomeriggio nel Santuario della Madonna del Suffragio è stata celebrata la messa.
Nel primo anniversario del terremoto, Don Orione scriveva così:
Roma, 11 gennaio 1916
Ai miei cari bambini, orfani d’Abruzzo e Sora, che si trovano nella Colonia di Monte Mario. Non posso partire per Avezzano senza lasciare una parola per loro.
Prego il vostro direttore di leggervi domani. Ieri mattina, giovedì, è l’anniversario della morte dei loro amati genitori, anniversario del grande dolore della loro vita e della loro terra, figli miei. Non so come dirvi con quanta intensità desidero starvi vicino, che possiate ritrovarvi tutti uniti in questo giorno di grande dolore, e che insieme preghiamo per le tombe benedette dei vostri cari e per tutti i morti di il terremoto, q non dovrebbero mai dimenticare!
Stasera viaggio ad Avezzano, come chi va in pellegrinaggio… con immenso dolore verso la casa del dolore, e il 13 mattina, nell’ora del disastro, celebrerò la Santa Messa per tutti i morti.
E quando mi troverò tra gli orfani che sono lì, sentirò di essere con voi e di averli tutti insieme, orfani e fratelli tutti in questa sventura, miei amatissimi, amatissimi e amatissimi figli nel Signore. E mentre supplico la pace eterna per tutti i morti, chiederò anche a Dio, che è Padre non solo di misericordia, ma anche di ogni conforto, di confortare ciascuno di loro.
E siccome non potrete incontrarvi sulle tombe dei vostri cari, andrò per ognuno di voi, e pregherò per tutti. Vi renderò Padre cari orfani del terremoto, miei carissimi orfani e miei carissimi figli nel Signore, mentre Dio mi dà la vita e finché potrò e quanto potrò, con la grazia del Signore, prometto che li aiuterò sempre e fateli è dal Padre in Gesù Cristo.
Coraggio! Il Signore non li abbandonerà se gli vivono fedeli.
Questo dolorosissimo e primo anniversario della morte dei loro cari li fa riflettere bene, che non siamo su questa terra per godere, ma per fare del bene: per amare e servire Dio e il prossimo, per pregare, per soffrire, per lavorare e meritiamo il Paradiso.
In Paradiso, con i santi e gli angeli del Signore, vi aspettano per vivere insieme e per sempre, le loro madri, i loro padri e tutti i loro parenti morti nel Signore!
Che Dio vi benedica, miei cari orfani e vi conforti nei secoli dei secoli!.
Vi abbraccio spiritualmente in Gesù Cristo e vi benedico tutti e con tutto affetto, e benedico ciascuno ancora una volta nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Il suo padre più impattante in Gesù Cristo,
Don Luigi Orione.