XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Chi ama il prossimo è con Cristo
Il Vangelo di oggi ci presenta tre detti di Gesù: l’uso del suo nome, la carità verso i discepoli, lo scandalo dei piccolo che credono.
All’inizio del brano, Giovanni dice di aver visto qualcuno che scacciava i demoni nel nome di Gesù ed egli ci provoca ancora dicendoci che Dio non è monopolio di nessuno. Non vuole una comunità chiusa, un ghetto. L’appartenenza alla Chiesa non è l’unico criterio di adesione a Cristo e al Regno di Dio. E il Regno non è limitato alla Chiesa, ma respira in tutti gli uomini e donne di buona volontà, anche se non frequentano i nostri templi.
Chi ama il prossimo e lavora sinceramente per un mondo più umano e per i diritti della persona, specialmente per i più svantaggiati, è a favore del Vangelo e se non rifiuta espressamente Cristo è con lui ed è con noi.
Sant’Ignazio di Antiochia scriveva: “è meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo”.
Il secondo detto è quello del bicchiere d’acqua dato nel nome di Gesù: nessun gesto di delicatezza e d’amore sarà dimenticato dal Signore, specie se i destinatari sono i poveri, i più abbandonati.
Il terzo detto riguarda lo scandalo dei piccoli che credono, cioè dei più deboli e fragili nella fede. Lo scandalo è rappresentato con tre immagini: la mano, il piede e l’occhio. Il discorso non è da prendersi alla lettera, ma per l’impengo morale e spirituale che esige. Ognuno di noi è chiamato a fare le sue scelte radicali in funzioni del Regno.
Abbiamo troppe mani per prendere e poche per dare. Corriamo con mille piedi dietro falsi valori. I nostri occhi guardano i luccichii effimeri e non vedono la luce di Cristo.