XVII Domenica del Tempo Ordinario – Una fame che solo Dio può saziare
La Liturgia oggi ci propone il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci, nella narrazione di Giovanni. Molta gente segue Gesù, colpita dai prodigi compiuti come la resurrezione di Lazzaro e diverse guarigioni.
Giovanni annota che era vicina la Pasqua, per darci già una chiave di lettura di quanto racconterà di seguito: il miracolo della moltiplicazione dei pani è segno e profezia del dono della vita che Gesù fa alle moltitudini consegnando la propria vita alla morte.
In questo brano Gesù si mostra preoccupato per questa folla, si domanda come riuscire a nutrirla, non per un gesto di compassione verso la loro fame manifesta, ma come segno gratuito di cura e di premura.
Gesù vede nella folla una fame che solo Dio può saziare, una fame che è il desiderio di Dio di consegnarsi all’uomo per aver comunione con lui e perché l’uomo abbia la vita in abbondanza. E’ una fame che Gesù stesso fa sorgere e che porta tanti uomini e tante donne a seguirlo, a desiderare la sua parola.
Ma il miracolo di Gesù non viene compreso: i discepoli si fermano alla questione su un piano materiale, la folla vuole farlo re.
Gesù si ritira di nuovo in un luogo deserto: il dono del pane, il dono della vita è totalmente gratuito. Non può essere ripagato con l’acclamazione a re, con il potere. Il dono nasce dalla libertà e dall’amore: solo se accolto liberamente e donato a sua volta liberamente crea sovrabbondanza.