XV Domenica del Tempo Ordinario – Andate e predicate
Dopo la visita a Nazareth, Gesù va nei villaggi intorno ad insegnare. Poi raduna i Dodici e li invia a due a due a predicare. Già in precedenza l’evangelista Marco, parlando della chiamata degli apostoli, aveva precisato il senso della missione.
La collocazione del brano di oggi non è casuale, la chiamata dei Dodici è inquadrata in un contesto drammatico: da una parte il rifiuto di Nazareth, dall’altra il martirio del Battista. Il discepolo deve sapere che la sua missione potrà svolgersi tra un possibile rifiuto e un possibile martirio.
Quali sono allora i compiti del discepolo? Predicare la conversione, scacciare di demoni, guarire i malati. Sono le stesse cose che ha fatto Gesù, sperimentando le stesse conseguenze che ha sperimentato Gesù.
Il discepolo deve confidare solo in Dio, è Lui la sua sicurezza e la sua forza: questo vuol dire non portare nè cibo nè bisaccia. Il discepolo deve sapere che il successo non è garantito: come Gesù, anche il discepolo può essere rifiutato. E il gesto dello scuotere la polvere dai calzari sottolinea la gravità di questo rifiuto.
In un contesto che non è più cristiano, in cui il Vangelo non incide nelle scelte e negli stili di vita, questa è una nuova e affascinante sfida: cristiani non più per tradizione, ma per convinzione.
E’ il momento di essere lievito, non massa.