Avezzano – Nel ricordo di don Romolo Mariani, la riconoscenza della Marsica
Unendo insieme l’anniversario della scomparsa di don Romolo Mariani e quello della canonizzazione di san Luigi Orione, in varie località marsicane ci si è prodigati per rendere omaggio a queste due figure che in tempi diversi e in modi originali hanno espresso la loro testimonianza della carità fino agli estremi confini della terra. La Marsica, che ha beneficiato delle gesta del Fondatore durante il terremoto del 1915 e sulla scia del suo ardore apostolico ha donato molti religiosi alla Congregazione, ha colto l’occasione per rimarcare il proprio voto di gratitudine per i segni che sia il padre che il figlio hanno lasciato su questa terra.
Il teatro dell’Istituto Don Orione di Avezzano, gremito secondo le regole anti covid, ha assistito alla conclusione delle celebrazioni dedicate alla memoria di don Romolo Mariani in occasione del primo anniversario dalla morte. Tra sabato e lunedì, infatti, in diversi luoghi della Marsica, si sono svolte manifestazioni in ricordo della sua figura e della sua parabola umana dedicata agli ultimi di ben tre continenti in risposta alla vocazione sacerdotale in seno alla Famiglia religiosa di don Orione, a cui ha ispirato l’intero suo apostolato.
Il primo ricordo, sabato 15 in quel di Ortucchio, suo paese natio, dove prima è stata benedetta la tomba di don Romolo presso il cimitero e subito dopo è stata dedicata dall’Amministrazione comunale una piazza del paese che si apre come naturale confluenza di viale Don Orione: un omaggio incrociato quasi a fissare con un ideale segno toponomastico il legame profondo che ha unito don Romolo al suo padre spirituale.
La concomitanza della festa liturgica del Fondatore ha permesso anche di inaugurare sulla piazza un busto dedicato proprio a don Orione, che ad Ortucchio nel 1915 aveva raccolto molti dalle macerie del terremoto. Insomma, un intreccio di storie e di sentimenti che, protratti nel tempo e passando tra le diverse generazioni di religiosi orionini, rimane presente ancor oggi nell’animo delle popolazioni marsicane. Mons. Giovanni D’Ercole, anch’egli appartenente alla congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza e figlio di questa parte d’Abruzzo, durante la celebrazione eucaristica da lui presieduta, nel rievocare la presenza orionina nella Marsica ha fatto memoria dei molti sacerdoti che hanno seguito le orme del fondatore e tra di loro ha ricordato la figura grande di don Gaetano Piccinini e l’influsso da lui esercitato nei confronti suoi e di don Romolo.
“Per capire davvero cosa significa osare la carità bisogna partire dall’esperienza del terremoto. – ha detto Monsignor D’Ercole – Don Romolo è stato interprete fedele della carità di Don Orione, come un altro grande sacerdote, salvato dalle macerie del terremoto quando era un ragazzino: Don Gaetano Piccinini. Don Romolo ed io abbiamo ammirato sempre don Piccinini, in lui trovavamo la spinta per interpretare il vero Don Orione, che non è il prete delle carezze e dei servizi sociali: è il santo che si inventa in ogni momento qualcosa di rischioso per mostrare l’amore di Dio. La presenza di queste persone, in primis di Don Orione, ci insegna che la carità non si costruisce a tavolino, che la carità è risposta immediata a qualcosa di imprevisto. Don Romolo in questo era fantasioso, perché era un vero figlio di Don Orione”.
Un’ulteriore memoria dell’anniversario si è tenuta nella mattinata di lunedì 17, ricorrenza della morte, a Magliano de’ Marsi, altro centro a lui caro presso la parrocchia di santa Lucia teatro in gioventù di molte iniziative di pastorale giovanile condotte insieme all’allora parroco e suo coetaneo don Antonio Sciarra, sacerdote diocesano che fu poi missionario in terra d’Albania. Anche qui la popolazione ha voluto unire insieme i due fedeli interpreti della carità evangelica per onorarli nel ricordo del loro impegno per gli ultimi e i diseredati.
Infine, nella serata dello stesso 17 maggio, la dedicazione del teatro dell’Istituto Don Orione di Avezzano che don Romolo, da giovane chierico e sacerdote aveva animato con manifestazioni religiose, sociali e culturali. Nelle rievocazioni, appassionato l’intervento di don Bruno Innocenzi, anch’egli sacerdote diocesano che ha accompagnato con la sua presenza amicale le diverse tappe della vita di don Romolo.