V Domenica di Quaresima – Dio è dove il seme muore
Dopo il dialogo con Nicodemo, la liturgia ci propone un brano ambientato nell’ultima Pasqua di Gesù.
Il racconto segue immediatamente la narrazione dell’ingresso trionfale del Signore a Gerusalemme. Tutti sembrano averlo accolto: persino alcuni Greci, di passaggio, andarono a rendergli omaggio.
In questo contesto Gesù inizia a parlare della sua ora, il momento supremo che abbraccia in sè morte e resurrezione, umiliazione e glorificazione. Ai Greci egli annuncia la sua glorificazione attraverso la morte. Per far capire questo utilizza l’immagine del chicco di grano che muore per dare frutto.
E’ possibile vedere Gesù solo nella sua ora, nell’evento della croce, manifestazione suprema dell’amore di Dio per gli uomini. Questa risposta vale non solo per i Greci di quel tempo, ma anche per noi cristiani di oggi.
La croce è gloria purché si intenda la gloria dell’amore, non certo la gloria della potenza. Sulla croce noi vediamo un amore forte, ostinato, che gli uomini cercano in vano di scoraggiare: Dio non è nella potenza, nella forza, ma là dove c’è l’amore, dove c’è il seme che muore.
Per vedere Gesù bisogna credere in lui, consegnarsi a lui, abbandonarsi come il seme che muore, abbracciare la sua logica del dono totale.