Domenica delle Palme
La benedizione e la processione che ricordano l’ingresso di Gesù in Gerusalemme sono una tradizione che si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente a partire dal VII-VIII secolo.
Giovanni parla di rami di palma, Marco di rami dagli alberi, Matteo di fronde daio campi e Luca accenna solo ai mantelli stesi lungo la via.
La palma era una pianta con un valore simbolico: in Mesopotamia era considerata un albero sacro, in Egitto era simbolo di lunga vita e si portava nelle processioni funebri, nell’Antico Testamento si dice che il giusto fiorirà come palma.
La liturgia oggi ci offre il racconto della passione secondo Marco. Il racconto della passione, morte e resurrezione, comune ai quattro evangelisti, secondo gli studiosi è stato il primo a essere messo per iscritto: per i Vangeli la morte di Gesù è l’evento capitale, in esso si compie la salvezza dell’umanità.
Nel racconto di Marco colpisce il silenzio di Gesù: dopo il suo arresto, Gesù parla solo tre volte, davanti al sommo sacerdote, davanti a Pilato e sulla croce con le parole del Salmo 22.
Tutti i personaggi intorno a Gesù rimangono sconvolti dalla crocifissione. La croce è scandalo, ma proprio in questo si rivela il Figlio di Dio. Marco, nel suo racconto della passione, ci avverte: solo accentando il paradosso della croce potremo proclamareanche noi “Costui è veramente il Figlio di Dio”.