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Giornata Mondiale per la Pace – La cultura della cura come percorso di pace

Giornata Mondiale per la Pace – La cultura della cura come percorso di pace

Inizia un nuovo anno, ancor più carico di aspettative e di speranze, e la Chiesa ci invita a pregare per la Pace.

Papa Francesco nel suo messaggio suggerisce la cultura della cura come percorso di pace “per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente“.

Dio è origine e modello della cultura della cura. A partire dai racconti della creazione, Dio si manifesta come colui che si prende cura delle sue creature, per poi rivelare in Gesù il modello incarnato della cura. La Chiesa primitiva ha fatto delle opere di misericorda la sua attività caratteristica, quel quid di incomprensibile ai pagani che però li attraeva e li avvicinava al Vangelo.

La diakonia delle origini, arricchita dalla riflessione dei Padri e animata, attraverso i secoli, dalla carità operosa di tanti testimoni luminosi della fede, – scrive il Santo Padre – è diventata il cuore pulsante della dottrina sociale della Chiesa, offrendosi a tutte le persone di buona volontà come un prezioso patrimonio di principi, criteri e indicazioni, da cui attingere la “grammatica” della cura: la promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del creato”.

La cura è per Francesco declinata in diverse dimensioni: cura come promozione della dignità e dei diritti della persona, cura del bene comune, cura mediante la solidarietà, cura e la salvaguardia del creato.

Quale strada seguire per promuovere e vivere la cura? Il Papa suggerisce una bussola, la bussola dei principi sociali, necessaria a promuovere la cultura della cura, attraverso un processo educativo.

La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, – prosegue Francesco – quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace“.

Il Papa conclude il messaggio con un augurio e un monito a tutti gli uomini e donne: “Tutti insieme collaboriamo per avanzare verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà, di sostegno vicendevole e di accoglienza reciproca. Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo, ma impegniamoci ogni giorno concretamente per formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri“.

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