Battesimo del Signore
Con la festa del Battesimo di Gesù si conclude il tempo liturgico del Natale, un momento che si presta ad una verifica del tempo di Natale appena trascorso. Possiamo pensare al Battista, alla Santa Famiglia, ai pastori, ai magi, alle luci del presepe e dell’albero e domandarci se siamo diventati luce lasciandoci inondare dalla luce di Betlemme, se siamo diventati un dono.
Queste domande ce le poniamo nella festa in cui ricordiamo il Battesimo di Gesù, facendo un balzo dalla grotta di Betlemme all’inizio della vita pubblica.
Il racconto del Battesimo di Gesù, preceduto dall’apparizione sulla scena del Battista e seguito dal racconto delle tentazioni, fa parte di un trittico della predicazione primitiva, di una tradizione pre-evangelica a cui attinge anche l’evangelista Marco.
Giovanni battezza Gesù nel Giordano e lo Spirito scende su di lui come una colomba: come mai il Messia si mette in fila con i peccatori, si mescola con loro per farsi battezzare? Il Battesimo è il preludio dello stile che Gesù avrà per tutta la sua predicazione: stare accanto ai peccatori, andare in cerca della pecora smarrita. Per queste sue scelte verrà etichettato come l’amico dei peccatori e dei pubblicani.
Papa Benedetto ha scritto che l’intero significato del Battesimo di Gesù si può comprendere solo alla luce della Croce, a partire dalla Croce divenne chiaro ai cristiani che Gesù si era preso sulle spalle il peso della colpa dell’intera umanità.
La scena si chiude con la voce del Padre, che sembra voler dire al Figlio che è il momento di cominciare l’avventura messianica, quella che lo porterà a salvare tutti donando se stesso sulla Croce per portare e cancellare i peccati dell’umanità.