Grazie Don Ismaele
La mattina del 7 dicembre 2020, è deceduto nel Piccolo Cottolengo di Sanremo (IM) Don Ismaele Barsanti. Era nato a Borgo Val di Taro PR (Italia), il 20 ottobre 1919. Aveva 101 anni di età, 81 di professione e 71 di sacerdozio, era il decano della Congregazione.
In occasione della sua nascita al cielo pubblichiamo un suo ricordo su Don Orione, scritto pochi giorni prima della canonizzazione del nostro santo. Possiamo considerare anche questa pagina come una delle risposte dei sacerdoti anziani alla “Lettera del Direttore provinciale” che Don Aurelio Fusi ha inviato loro alcune settimane or sono.
Pompei, 11 maggio 2004
La mia conoscenza e incontro con Don Orione è circoscritto nell’arco di sette anni e, precisamente, dal 4 novembre 1933 al 31 agosto 1939. La prima impressione, avuta all’età di 12 anni, fu quella di trovarmi di fronte ad un uomo eccezionale, mai conosciuto prima, ma che ha lasciato in me un ricordo indelebile e che si sarebbe rafforzato nell’avvenire. Nel vedere quest’uomo, fui attirato e direi quasi elettrizzato dai suoi occhi grossi, limpidi e profondi che ti fissavano quasi per dirti: “già ti conosco e ti voglio bene”. Il suo sorriso non è descrivibile, mancano le parole giuste per descriverlo perché un sorriso, direi, non umano, ma qualcosa di straordinario che subito ti conquista e ti affascina.
Nella mia vestizione, avvenuta al Santuario della Madonna della Guardia, l’8 dicembre 1933, la figura del Padre si è rivelata in tutta la sua pienezza: di amore, di gioia, di soddisfazione, di fortezza di magnanimità. Eravamo 12 chierichetti, i così detti 12 stelle della Madonna. Don Orione ci fece un discorso semplice, amoroso, paterno: un discorso, sì da Padre, ma anche da Superiore. Ci disse: “Ecco voi siete le 12 stelle della Madonna: siate degni di portarle ogni giorno e sempre con il candore della vita: con la preghiera che vi accompagni, con l’amore che deve accendere i vostri cuori. Nessuno, dico nessuno, venga meno e tolga a Maria una stella”. Avevo 12 anni, ma già capivo, intuivo quello che Don Orione voleva da me. Purtroppo, lungo il cammino, alcune stelle sono venute meno perché la dinamo (la preghiera) che caricava quelle stelle, era venuta a mancare.
Ho conosciuto e compreso il suo carattere forte e intransigente quando parlava degli studi. Davvero quello che lui era lo voleva dai suoi figli. Diceva: “preghiera sì, ma lo studio intenso, profondo non deve mai mancare: deve essere l’ornamento dei figli della Divina Provvidenza”.
Mai, poi, dimenticherò il famoso discorso che Don Orione fece a Villa Moffa di Bra, il 12 agosto 1939 sul tema: “Il religioso servo e il religioso figlio”. Io stavo allora al noviziato e mi preparavo ormai alla prima professione religiosa del 15 agosto 1939. Professione che ebbi la fortuna di farla nelle mani di Don Orione “santo” e che fu l’ultima anche per lui perché poi morì il 12 marzo 1940.
Quel discorso fatto qualche giorno prima della Professione mi elettrizzò; mi fece molto pensare e direi, fu motivo della mia decisione a farmi orionino. Sento ancora all’orecchio la forza, la potenza della sua parola, l’anima con cui voleva che tutti noi comprendessimo l’importanza di quel discorso alla vigilia della Professione religiosa.
Queste le mie impressioni dell’età giovanile, che poi furono il programma di tutta la mia vita religiosa. Non avrò mai parole sufficienti per ringraziare il Signore per aver donato e consacrato per sempre la mia vita nella Congregazione di Don Orione, uomo eminente per santità, per spiritualità, per cultura, per doti di mente e di cuore non comuni che oggi, la Chiesa, con la sua canonizzazione, pubblicamente riconosce.
Ad maiorem Dei gloriam.
Don Ismaele Barsanti