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XXXII Domenica del Tempo Ordinario – Teniamo viva la fiamma dell’attesa

XXXII Domenica del Tempo Ordinario – Teniamo viva la fiamma dell’attesa

Dopo la solennità di Tutti i Santi, la liturgia ci propone un’altra parabola di Matteo, quella delle dieci vergini, cinque stolte e cinque sagge.

Siamo nel quinto e ultimo discorso in cui è strutturato il vangelo di Matteo, il discorso escatologico: in questa parte ci sono parabole che riguardano il tema della vigilanza,  il ritorno di Gesù e il grande giudizio universale.

Le vergini attendono lo sposo e si addormentano, a mezzanotte lo sposo arriva ed entrano alle nozze solo le vergini che hanno con sè le lampade d’olio. Inutile supplicare: la porta è chiusa.

La parabola offre una concezione viva della vita cristiana: più che un pellegrinaggio è un corteo festoso verso Cristo sposo. Il fedele è come una vergine che vive nella gioisa attesa di raggiungere il suo promesso sposo.

Il punto culminante della parabola è l’incontro delle vergini con lo sposo, cioè delle anime con Cristo. Al centro stanno le nozze: lo scopo del parabolista è di annunciare ma soprattuto di preparare l’incontro dei fedeli con il Signore.

Occorre non lasciarsi vincere dal sonno, dalla noia, dalle distrazioni a motivo della lunga attesa. Al contrario, è necessario avere sempre le lampade sempre preparate con una buona scorta di olio. Non è facile nella vita mantenere sempre la stessa carica di fede, speranza, entusiasmo.

Attendere, aspettare: per molti è un’autentica tortura, regna la filosofia del “tutto e subito”. E poi si ricomincia, ingoiati da un tempo che non governiamo più, a un  certo punto ci accorgeremo di non avere  più olio per continuare a vedere e gioire ed entrare alle nozze.

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