Albania – La giornata missionaria in missione
Don Rolando Reda, sacerdote orionino, ci ha inviato alcune riflessione dalla missione in Albania: la storia di questa comunità rispecchia le indicazioni dell’Enciclica di Papa Francesco, Fratelli tutti.
Oggi 18 ottobre, festa di san Luca evangelista è la giornata missionaria mondiale.
Noi di don Orione ricordiamo anche il ritorno della congregazione in Albania. Da poco era caduto il regime comunista il nunzio apostolico di allora monsignor Ivan Diaz, ci inviò nella città di Elbasan, a sud di Tirana nella amministrazione apostolica del sud Albania. don Giuseppe De Guglielmo inaugurò la missione in città nella quale ancora oggi operiamo e anche in alcune stazioni missionarie nei dintorni: Mollas, Gramsh, Gostime e Cerrik.
Il 21 giugno 1998 fu inaugurata anche la seconda comunità a Shiroka, nella diocesi di Shkoder – Pult nel nord. Le furono affidati villaggi a sud della città ma ci fu subito la scelta di operare anche nella periferia della città tra le famiglie più povere scese dai monti del Dukagjin. La comunità fedele a questa missione nel 2014 si è spostata a Bardhaj cuore di questa situazione ed ha realizzato lì il centro don Orione.
I confratelli, sia a nord che a sud si sono impegnati nella collaborazione con i vescovi e con le diverse congregazioni di religiose che operano nel territorio a loro affidato. L’annuncio del vangelo e l’attenzione ai poveri sono state le priorità su cui hanno lavorato. In quel periodo l’Albania ha passato dei momenti molto difficili nel 1997 delle sommosse interne, disordini ovunque bande criminali che imperversavano, hanno portato quasi al collasso dello stato, poi nel 1999 la guerra del Kosovo si è riverberata sull’Albania con l’arrivo tra una popolazione già povera e stremata di circa 400 mila profughi.
Le emergenze ci hanno assorbito totalmente. Poi dopo il 2003 finalmente un po’ di calma a livello sociale e si è potuto iniziare a programmare con calma.
Nel nord una pastorale di recupero delle “ pecore perdute”, nel sud dell’Albania dove i cattolici sono piccoli gruppi e c’è una forte presenza di ortodossi, e dove la maggior parte della popolazione è di tradizione mussulmana, il dialogo interreligioso ed ecumenico è stato il campo dove si è impegnata la comunità.
La conoscenza reciproca con mussulmani, Bektashin, ortodossi e varie comunità protestanti ha creato una stima reciproca e si è giunti alla creazione del centro interreligioso attraverso il quale sono state realizzate insieme attività di formazione al dialogo, alla pace e alla solidarietà a livello cittadino che hanno coinvolto le scuole, associazioni e le autorità civili. Tessitori di collaborazione e dialogo.
L’enciclica di papa Francesco “ Fratelli tutti ” ci ha confermati nel proposito. La via che stiamo percorrendo è quella giusta. Ave Maria e avanti.
Don Rolando Reda, FDP