XXV Domenica del tempo ordinario – La bontà di Dio va oltre la giustizia
La liturgia ci propone oggi la parabola degli operai mandati a lavorare nella vigna a diverse ore del giorno, presente solo nel Vangelo di Matteo.
Nel leggere questa parabola si può rimanere disorientati e perplessi: gli ultimi operai che hanno lavorato un’ora soltanto vengono pagati come i primi. Leggendo con uno sguardo “sindacale”, certo che un’ora sola di lavoro non vale come tutta la giornata.
Ma essendo una parabola dobbiamo cercare il punto centrale dell’insegnamento di Gesù. Alcuni focalizzano questo punto centrale nella chiamata di Dio, che può avvenire a tutte le ore, quando e come crede. Non ha importanza il momento in cui avviene, conta invece essere pronti a rispondere alla chiamata quando giunge.
Le varie spiegazioni tentano di aggirare lo sconcerto che la parabola provoca, affermando che gli ultimi sono pagati quanto i primi. Se vi vuole veramente comprendere la parabola questo è il paradosso che si deve affrontare.
I primi operai non si lamentano perchè è stato tolto loro qualcosa, si lamentano invece perché agli ultimi è stata data la stessa cifra, si lamentano per invidia non per giustizia. Questi operai mettono in discussione l’operato di Dio, il suo metodo, basato sulla gratuità e generosità.
Dio ragiona fuori dagli schemi degli scribi e farisei del suo e del nostro tempo: Egli ama anche gli ultimi e non soltanto i primi, vuole che tutti siano primi. La bontà di Dio va oltre la giustizia, senza lederla.