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XXIV Domenica del Tempo Ordinario – Il perdono porta alla serenità del cuore

XXIV Domenica del Tempo Ordinario – Il perdono porta alla serenità del cuore

Nel Vangelo di oggi, ascolteremo la seconda parte del capitolo 18 del Vangelo di Matteo. Si tratta della conclusione del quarto discorso, il discorso comunitario, che affronta diversi argomenti relativi alla vita della comunità.

Ora Pietro domanda a Gesù quante volte debba perdonare al fratello che pecca. I rabbini dicevano che Dio perdona tre volte, Pietro pensa forse di essere generoso dicendo fino a sette volte, ma Gesù lo spiazza: fino a settanta volte sette non vuol dire 490 volte, ma sempre.

Per rispondere alla domanda di Pietro Gesù utilizza una parabola, detta del servo spietato, che si trova solo in Matteo.

Il re padrone della parabola è Dio, misericordioso, che condona al primo servo un debito enorme, diecimila talenti. Costui incontra un altro servo che gli è debitore di una cifra irrisoria, cento denari,  ma non si fa impietosire dalla sua supplica e lo fa improgionare.

A questo punto, gli altri servi riferiscono tutto al padrone: lui che era stato fin troppo generoso torna ad essere severo e getta in carcere il servo malvagio.

Se non sappiamo ridistribuire l’amore, non siamo neanche degni di riceverlo e Dio se lo riprende indietro perché lo usiamo male. La conclusione della parabola è terribile e dovrebbe scuoterci profondamente: “Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello”.

Questa parabola mette a nudo il problema che mette in crisi le comunità, le famiglie, i rapporti con gli altri: quello del perdono. Quando si subiscono torti è davvero difficile dimenticare e perdonare: eppure “il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore” (Papa Francesco).

Lasciar cadere la rabbia, il rancore, la violenza e la vendettta sono condizioni necessarie per vivere felici: siamo chiamati a vivere la misericordia perché per primi ci è stata usata misericordia.

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