XVII Domenica del Tempo Ordinario – Gesù è il tesoro e la perla
Dopo la spiegazione della parabola della zizzania, Matteo chiude il discorso parabolico di Gesù con tre brevissime parabole: quella del tesoso nascosto nel campo, quella della perla di grande valore e quella della rete. Tutte sono introdotte dalla formula “il Regno dei Cieli è simile a…”.
La liturgia ci ha dato l’opportunità di ascoltare tutte e sette le parabole del capitolo tredici di Matteo, il discorso parabolico, che illustrano la realtà del Regno di Dio, che è Gesù stesso. Non è un luogo, non è uno spazio di dominio, non si trova su una carta geografica.
E’ in Gesù che Dio è presente in mezzo agli uomini, Gesù è la presenza di Dio. E le sette parabole spiegano come si manifesta la potenza di Dio.
Le parabole del tesoro e della perla sono quasi in sovrapposizione: nella prima si parla di un uomo che trova un tesoro, nella seconda si tratta di un ricco mercante. Sembra che questi due personaggi siano i protagonisti degli avvenimenti: trovano, vanno, vendono, comprano. Ma i veri protagonisti sono il tesoro e la perla, che si impadroniscono dei due uomini. Il contadino e il mercante sono totalmente afferrati dal tesoro in cui si sono imbattuti: così è l’esperienza dell’incontro con il Vangelo.
Il contadino e il mercante ci rappresentano tutti. Hanno capito che incontrare Gesù è il vero e più grande affare della vita. Egli stesso è il tesoro, la comunione con lui è la perla preziosa. Non ci sono rimpianti, c’è la gioia di un grande e inestimabile ritrovamento. L’accento non è su “ho lasciato” ma su “ho trovato”, non è su “ho venduto il campo”, ma su “ho trovato un tesoro”.
Incontrare Gesù è un’occasione unica nella vita, si decide di appartenere solo a lui che è il tesoro e la perla. La misura del discepolo è l’appartenenza, non il distacco.
Il Signore passa accanto a noi in mille modi ed in diverse occasioni impensabili, a noi la fatica di discernere tra i falsi tesori e le perle fasulle.