Nuovo direttorio per la catechesi – Annunciare il Vangelo nel mondo digitale
Papa Francesco ha approvato il nuovo direttorio per la catechesi lo scorso 23 marzo, memoria di San Turibio di Mogrovejo, un santo che, nel XVI secolo, diede forte impulso all’evangelizzazione e alla catechesi.
Il documento, redatto dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, è stato presentato con una conferenza stampa nei giorni scorsi dall’arcivescovo Rino Fisichella, Presidente del dicastero vaticano.
Monsignor Fisichella ha sottolineato lo stretto legame tra evangelizzazione e catechesi, che rimanda all’unione tra primo annuncio e maturazione della fede, alla luce della cultura dell’incontro. Questo nuovo modo di vivere e condurre la catechesi è quanto mai necessario di fronte a due sfide per la Chiesa di oggi: la cultura digitale e la globalizzazione della cultura.
Il Direttorio nelle sue circa 300 pagine afferma i principi che sono alla base della catechesi: la testimonianza, perché “la Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione”; la misericordia, catechesi autentica che rende credibile l’annuncio della fede; il dialogo libero e gratuito, che partendo dall’amore costruisce la pace.
Il documento è rivolto ai Vescovi, primi evangelizzatori e catechisti della loro comunità, ma anche ai catechisti e catechiste che ogni giorno si rendono disponibili a questo delicato e fondamentale compito di educazione e di incontro con la fede.
Monsignor Fisichella ha poi aggiunto che, alla luce della Evangelii gaudium, “il nuovo Direttorio si qualifica per sostenere una ‘catechesi kerygmatica’. Cuore della catechesi è l’annuncio della persona di Gesù Cristo, che sorpassa i limiti di spazio e tempo per presentarsi ad ogni generazione come la novità offerta per raggiungere il senso della vita“.
Come ai tempi delle prime comunità cristiane, cresce il bisogno di un annuncio semplice e vero, di un annuncio cheproclama con gioiosa testimonianza di vita che solo Gesù Cristo basta all’uomo, perché egli ci ha amato fino a morire per non farci morire mai più.