Genova – Il Cardinale Bagnasco saluta la Chiesa e la Città
Dopo 14 anni di Episcopato il Cardinale Angelo Bagnasco ha salutato Genova nel giorno della festa del suo patrono, San Giovanni Battista.
Genova è sempre stata una città cara e vicina a Don Orione e negli anni del suo mandato il card. Bagnasco ha confermato questa speciale vicinanza. Ricordiamo alcuni momenti di questo lungo rapporto di stima e amicizia: le celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della fondazione del Piccolo Cottolengo nel 2013; nel 2017 l’inaugurazione a Genova Quarto Castagna, in Via Perasso, della struttura di accoglienza “Borgo Madre della Tenerezza”; la sua presenza più volte nel mese di maggio per la festa di Don Orione e nel 2018 per l’apertura del Giubileo per i 900 anni di consacrazione della Chiesa di San Giovanni Battista del Paverano; nel 2019 nella Parrocchia dedicata a San Giuseppe Benedetto Cottolengo per l’insediamento di don Paolo Clerici come nuovo parroco.
Il Cardinale è stato poi molte volte invitato a predicare al Santuario della Madonna della Guardia di Tortona: nel 2018 l’11 marzo, vigilia del “Dies Natalis” di Don Orione, aprì il periodo dell’indulgenza plenaria con una celebrazione eucaristica nell’Anno della Carità, centenario giubilare del voto che Don Orione fece per l’erezione del Santuario.
Nella sua omelia letta ieri nella Cattedrale di Genova, si può leggere una toccante testimonianza del suo profondo amore per la sua città e per la sua Chiesa.
” A te Genova, regina della Liguria, il mio abbraccio. Mi hai accudito da piccolo tra le macerie del dopo guerra in piazza Sarzano, negli antichi vicoli di via Ravecca, del Colle, di via Madre di Dio. Dalla mia famiglia e dalle tue case, strette tra loro come per proteggersi, ho imparato a vivere insieme, a faticare con serenità, ad accontentarmi di quello che c’era: vedendo i loro sacrifici senza lamenti, ho desiderato che i miei genitori fossero contenti di me e per questo mi sono applicato. Bambino, ho respirato la fiducia nel futuro che tutti dovevamo costruire, un crescente senso di appartenenza ad una città che sentivamo orgogliosamente nostra. A te, dunque, il mio abbraccio. Davanti a Papa Francesco – che ancora ringrazio per la fiducia che mi ha sempre mostrato, per la sua Visita Apostolica, e per il Pastore che invia – ti ho descritta come un “diesel”: non ti concedi a facili entusiasmi, ma osservi, valuti, e poi – messa in moto – parti con coraggio e punti alla meta. La tua storia spiega un riserbo che può apparire distacco, ma che in realtà preserva la bellezza della tua anima, custodisce la preziosità dei tuoi sentimenti, quei sentimenti che ho visto tante e tante volte percorrendo le tue strade.
Grazie, Città bella ed esigente, perché mi hai accolto come tuo Pastore e insieme abbiamo camminato. Ma ricorda: alle spalle hai i monti, terra dura e difficile che i tuoi avi, donne e uomini, hanno conquistato col sudore. Guarda questi monti che ti hanno protetta nei secoli, e che oggi devi attraversare con velocità e sicurezza per aprirti al nord dell’Italia e dell’Europa. Guarda i tuoi monti: ti accorgerai che ti costringono ad elevare lo sguardo verso il cielo, verso Dio che ti trascende e ti accompagna. Dall’alto vedrai meglio te stessa e i tuoi figli.”
Anche la famiglia di Don Orione,con il cuore colmo di gratitudine, si unisce alle preghiere e al ringraziamento per il cammino fatto in questi anni, prendendo a prestito le parole pronunciate ieri da Monsignor Niccolò Anselmi, Vescovo Ausiliare di Genova: “Grazie Eminenza perché durante questi quattordici anni lei è stato un protagonista fermo, sicuro ed equilibrato di molti cambiamenti, sia ecclesiali che sociopolitici; ritengo che uno dei suoi meriti più grandi sia stato quello di rimanere un riferimento saldo di fronte a molte tensioni religiose e scontri etici, culturali e sociali. “