COVID-19: Uno stress test per le RSA, pensieri sull’oggi e sul domani
In un tempo di emergenza, in cui si rischia di eccedere con le polemiche o persino con la ricerca del colpevole, alleghiamo un articolo di taglio completamente diverso, scritto da Cristiano Gori, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento e Network Non autosufficienza, e da Marco Trabucchi, Associazione Italiana di Psicogeriatria e Gruppo di Ricerca Geriatrica, Brescia.
Proprio dalle terre più colpite, i due autorevoli autori propongono una riflessione più mirata al dopo, cercando di far tesoro dell’esperienza tragica di questi giorni.
I temi di prospettiva riguardano:
- il rapporto tra le amministrazioni regionali e le realtà territoriali, da migliorare in quantità e qualità. È un fatto che il mancato rispetto delle autonomie locali ha provocato e potrà provocare in futuro danni gravi.
- Il problema delle cure post acute. Il tema è stato ampiamente discusso per molti anni; si sono susseguite proposte estemporanee (ospedali di comunità, istituti di riabilitazione, unità intra ed extra ospedaliere di post acuzie, ecc.) senza alcun serio impegno a misurare i risultati ottenuti. Cosa possiamo e dobbiamo costruire nel prossimo futuro per garantire una reale continuità delle cure, dall’ospedale fino al ritorno a casa (o all’istituzionalizzazione)?
- Il ruolo delle residenze per anziani: da ripensare per quanto riguarda l’intensità e la qualità delle cure da prestare sul piano clinico e rispetto alle azioni da compiere aprendosi al territorio. E’ inoltre importante avviare una seria discussione sulle esigenze formative del personale: dai medici, agli infermieri, che possono e debbono assumere ruoli di maggiore autonomia e rilievo; agli OSS, la vera struttura portante del lavoro nelle residenze, che meriterebbero maggiori riconoscimenti, anche sul piano economico
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