#seguilastella – Sotto il manto della Divina Provvidenza
Sesta edizione del percorso carismatico #Seguilastella nei luoghi di Don Orione, alla scoperta della storia e delle origini del suo carisma. Oggi, sotto il manto azzurro della Madonna sognata da Don Orione nel 1893, ci sono gli operatori di Chirignago, Reggio Calabria, Pontecurone, Pescara, Milano, Bergamo e Genova.
Don Alessandro D’Acunto, economo provinciale, ha introdotto la giornata allargando i confini ideali di questa tre giorni: l’opera di Don Orione è una grande famiglia che è germogliata in Italia per mettere radici in tanti Paesi del mondo.
Per capire meglio da quale seme è sorta quest’opera, Davide Gandini, segretario del Piccolo Cottolengo Genovese e incaricato della formazione carismatica, ha spiegato il contesto storico in cui è nato ed ha operato Don Orione. Dalla società contadina alla rivoluzione industriale, dalla povertà dei contadini all’alienazione degli operai nelle prime fabbriche: Don Orione impara fin da piccolo, dal papà selciatore di strade e dalla mamma che lo porta a spigolare, il senso della dignità e della povertà e la sensibilità verso chi si trova nella miseria, materiale ed umana.
Don Aurelio Fusi ha poi tratteggiato un ritratto della figura poliedrica di Don Orione: un uomo d’azione, diremmo oggi, instancabile nel rispondere subito alle emergenze ed ai bisogni dei poveri, uomo di grande fede e spiritualità, altrettanto instancabile nella preghiera, prima fonte del suo agire, uomo capace di acquistare nuove strutture per 25000 lire e di andare in giro con le scarpe bucate.
E proprio quelle scarpe bucate Don Orione indossa ancora, nell’urna che conserva il suo corpo nel Santuario della Madonna della Guardia.
Nel Paterno, il convitto in cui Don Orione visse fino a pochi giorni prima della morte, i partecipanti si sono fermati nella cappella per rivivere l’ultima buonanotte che egli diede ai suoi chierici la sera dell’8 marzo del 1940.
Don Achille Morabito ha chiesto a tutti di ricordare di questo momento un’idea, un sentimento e un’immagine: l’immagine è quella della statua della Madonna della Divina Provvidenza, patrona della congregazione, la madre a cui Don Orione tante volte si è affidato; il sentimento è rappresentato dal cuore appeso alla statua, che ci fa sentire parte di una famiglia, che pur essendo ormai grande quanto il mondo, mantiene un forte legame di unità e di identità; l’idea è che “anche noi che siamo qui oggi non ci siamo per caso, ma ci siamo per volere della Provvidenza. Siamo qui per continuare con il nostro lavoro l’opera iniziata da Don Orione e quando non ce la facciamo più, possiamo chiedere a lui di pensarci.”
E per finire una giornata così piena di emozioni la celebrazione della santa messa nella cappella del Paterno, sull’altare in cui tante volte Don Orione ha rinnovato il mistero dell’eucarestia: Don Aurelio ha rinnovato a tutti l’invito a dire ancora di sì a Don Orione, che chiama ciascuno a partecipare al desiderio di servire negli uomini il Figlio dell’Uomo.