Milano – Visita Vicario Generale
Sabato 18 gennaio Don Oreste Ferrari, Vicario Generale dell’Opera Don Orione, ha incontrato i laici della comunità orionina di Milano.
Tra l’assemblea, oltre alla comunità religiosa, erano presenti volontari, dipendenti, parrocchiani, ex-allievi, e tutti gli amici che hanno un legame con l’opera di Milano.
L’incontro, incentrato sul tema della carità, ha avuto inizio con la lettura di un testo caratterizzato dall’alternanza tra l’Inno alla Carità di San Paolo e alcune celebri frasi di San Luigi Orione.
Non sono mancati i riferimenti al pensiero del Santo Padre, Papa Francesco, che sprona ad essere testimonianza viva della nostra fede attraverso il nostro esempio.
L’incontro è proseguito con gli ultimi aggiornamenti sulla situazione dell’Opera Don Orione nel mondo: il Cinquantesimo della missione in Costa d’Avorio, l’Assemblea Generale del Movimento Laicale in Polonia, l’indipendenza delle missioni in Madagascar, l’apertura di nuove case in Brasile, Kenya e i nuovi progetti nelle Filippine.
Don Oreste ha concluso l’incontro ricordando a tutti i presenti che il 13 aprile di quest’anno si celebrerà il 125° anniversario di ordinazione sacerdotale di Don Orione.
All’incontro è seguito un buffet e, alle ore 18.00, la celebrazione della S. Messa presso la Chiesa Parrocchiale di San Benedetto.
L’inno all’amore dell’apostolo Paolo riletto da San Luigi Orione
La carità è paziente.
ha la forza di sopportare le ingiurie e di non renderle
E’ una qualità di Dio, il quale è “lento alla collera”e dà ai peccatori il tempo di convertirsi
“La carità, dalla fiducia nel Signore, dalla pazienza e dal tempo, sa sperare e aspettare i momenti e le ore di Dio e il buon esito d’ogni santa impresa”
La carità è benigna.
È l’attitudine di chi aiuta sorridendo, prevenendo, con tatto discreto
“Facciamo regnare la carità con la mitezza del cuore, col compatirci, coll’aiutarci vicendevolmente, col darci la mano e camminare insieme. Seminiamo a larga mano sui nostri passi, opere di bontà e di amore, asciughiamo le lacrime di chi piange. (Lettere II, pp 327 ss)
La carità non è invidiosa
Esclude ogni gelosia, perché la gelosia è grettezza mentre la carità è magnanima; la gelosia è divisione, mentre la carità è comunione
“Lavorare cercando Dio solo e non in un continuo affanno di qualcuno che mi possa vedere, apprezzare, applaudire… Ogni azione fatta per chiasso e per essere visti è come un fiore passato per più mani”
La carità non si vanta.
E’ prudente, ha il senso delle proporzioni
“Non ambite cariche e dignità … perché il nostro amor proprio ragiona sottilmente e si veste talora di umiltà e giustifica facilmente ai nostri occhi le nostre azioni e uccide l’anima come un sottile e dolce veleno”. (Scr 44,107 ss.)
La carità non si gonfia:
non fa sentire il peso del suo gesto e del suo prestigio.
“Dio si manifesta e si compiace di abitare in quelli che sentono la loro nullità, che diventano come nulla, per l’amore di Dio”. (Lettere I p 122)
La carità non manca di rispetto.
L’amore è attento, tiene conto della fragilità del prossimo; è rispettoso, sensibile
“La carità non ha l’occhio nero, non ha spirito di discussione, non conosce i ma né i se: non ha spirito di contraddizione, di censura, di critica, di mormorazione”.
La carità non cerca il suo interesse.
Imita Cristo che “non cercò di piacere a se stesso” (Rm15,3)
“Vorrei stringere nelle mie piccole braccia umane tutte le creature per portarle a Dio. E vorrei farmi cibo spirituale per i miei fratelli che hanno fame e sete di verità e di Dio; aprire il cuore alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi” (Scr100, 187)
La carita’ non si adira
Non è acida, collerica, non perde il controllo di sé.
“La carità ha sempre il volto sereno com’è sereno il suo spirito, è tranquilla e quando parla, non alza mai la voce”
La carità non tiene conto del male ricevuto.
Non pensa al male, sia nel senso che non lo sospetta negli altri, sia nel senso che non progetta di commetterlo.
“Dobbiamo perdonare e perdonare tutto a tutti. Dovete coprire con un monte di benedizione non solo quelli che vi fanno del bene, ma anche tutti quelli che vi fanno del male” (discorso del 23/VI/1929)
La carità non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità
Soffre per ogni forma di ingiustizia e gioisce di ogni verità, ovunque si trovi.
“Cercare e medicare le piaghe del popolo, cercarne le infermità: andargli incontro nel morale e nel materiale… Cristo andò al popolo. Deve starci a cuore il popolo… Evitare le parole: di parolai ne abbiamo piene le tasche”
La carità tutto copre
Non propaga il male degli altri, ma lo copre con il suo silenzio e con la sua discrezione
“Non andate a riferire quel che uno può aver detto di male: non aggiungete esca al fuoco; cercate sempre di spegnere. Sentite una cosa contro una persona? Fatela morire dentro di voi. Guardatevi dalla satira, dalla parola che ferisce. Non dite: l’ho detto per burla! Le burla che offendono la carità lasciatele da parte”
La carità tutto crede.
È portata a dar credito al prossimo; si fida
“Amare l’uomo quando l’ingiuria degli anni e la degradazione del vizio ne hanno fatto un oggetto di disgusto intollerabile”.
La carità tutto spera
Non dispera: spera il bene e il ravvedimento
“Abbiate un sorriso e una parola amabile per tutti, senza differenze: fatevi tutti a tutti per portare tutte le anime a Gesù. La carità del Signore nostro crocifisso: …ecco la speranza dell’avvenire. Carità viva, carità grande, carità sempre! E daremo la leva alla società! Con la carità faremo tutto, senza carità faremo niente!” (13, II, 1907)
La carità tutto sopporta.
Non si lamenta delle freddezze e delle ingratitudini, ma le sopporta
“La nostra vita sia un olocausto, un inno, un cantico sublime di carità e di consumazione totale di noi stessi nell’amore a Dio, alla Chiesa, ai fratelli”.
AVE MARIA E AVANTI!